E’ una famiglia sempre più femminile e materna, una famiglia protettiva nella quale le donne sono quasi completamente responsabili della gestione affettiva, organizzativa e spesso anche economica dell’intero nucleo. Curano i figli, come hanno sempre fatto e li aiutano a orientarsi anche nelle scelte di vita professionale, un compito che prima era affidato al padre. Sono cambiati i ruoli: dopo la rottura della rigida gerarchia tradizionale e lo spostamento del ruolo principale dal padre alla madre, la famiglia sta diventando un soggetto più femminile, più flessibile e affettuoso, attenta al dialogo. Scompare la figura del padre autoritario, anzi scompare qualsiasi forma di autorità. 'E questo, sottolinea la psicologa sammarinese Luana Stacchini, non è necessariamente una conquista. Il fatto che le giovani coppie esercitino meno vigilanza sui figli e spesso siano meno severi, fa sì che i ragazzi perdano punti di riferimento certi. I giovani - ricorda - soffrono della mancanza di conflitto inteso come confronto tra valori e modelli di vita diversi. Insomma manca qualcuno che indichi loro la strada. La famiglia contemporanea, secondo l’analisi dell’esperta del servizio neuropsichiatrico, è una struttura in crisi, che ha perso la sua stabilità, mentre sulla scena fanno la loro comparsa modelli di famiglie del tutto inedite rispetto al passato'. La figura materna rimane troppo spesso l’unico punto di riferimento delle funzioni familiari. Ma dietro a questi grandi cambiamenti sta emergendo anche una nuova e interessante figura di padri, affettuosi, teneri, disposti ad ascoltare, ad accudire i figli e a giocare con loro. Padri sempre più presenti nei diversi momenti della vita quotidiana che rivendicano il diritto a svolgere il loro ruolo.
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