Un ritardo definito 'inspiegabile' nelle terapie adottate per un paziente che alla fine morì a 53 anni a causa di un tumore. E' la ragione per la quale l'Ausl di Ravenna è stata condannata a pagare più di due milioni e 300 mila euro agli eredi dell'uomo. Il giudice Alessandro Farolfi, della sezione civile del Tribunale romagnolo, ha inquadrato giuridicamente il caso come problema di responsabilità contrattuale della struttura sanitaria, rilevando "una sicura negligenza e sottovalutazione dei risultati diagnostici, oltre che un inspiegabile ritardo nell'adozione di terapie utili". In particolare è stata rimproverata la scelta, definita di "wait and see", impropriamente adottata dai medici per oltre un anno.
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