E' l'obiettivo degli obiettivi per ogni band emergente: trovare un locale dove poter proporre pezzi propri, magari ricevendo un compenso per il contributo dato allo sviluppo delle arti. Ma spesso si è costretti a suonare solo successi di altri artisti. Al Red Devil Pub di Rimini sembra siano andati oltre queste dinamiche, proponendo al musicista i riflettori in cambio di denaro.
“Con soli 100 euro puoi suonare al Red Devil, prenota la tua serata”, ha scritto il 7 gennaio su Facebook Pierpaolo Paolini, uno dei gestori dello storico locale, da 30 anni dietro al bancone. Poco dopo, sulla pagina ufficiale del pub gli utenti della Rete si sono scatenati. I due messaggi dedicati all'argomento hanno totalizzato più di 400 interazioni - tra mi piace, faccine arrabbiate ed espressioni divertite - più di 700 condivisioni e oltre 800 commenti. Ed è stata una sequela di insulti da parte degli iscritti al social network. Ma c'è anche chi ha proposto una riflessione sulla difficile vita dei musicisti in Italia e chi ha sdrammatizzato con dell'ironia. “Se mi date 100 euro, vi finisco i fusti di birra”, ha affermato un utente in odore di affare.
Ieri la risposta ufficiale della proprietà, con la richiesta di scuse verso chi si fosse risentito. Era una provocazione, scrivono. Al telefono spiegano che si trattava di una frase pubblicata in un momento di pausa al lavoro, di aver sempre pagato i gruppi e di aver sempre riconosciuto almeno un rimborso spese ai giovani artisti. Ma neanche il 'mea culpa' ha fermato una nuova tempesta di critiche via web.
Mauro Torresi
“Con soli 100 euro puoi suonare al Red Devil, prenota la tua serata”, ha scritto il 7 gennaio su Facebook Pierpaolo Paolini, uno dei gestori dello storico locale, da 30 anni dietro al bancone. Poco dopo, sulla pagina ufficiale del pub gli utenti della Rete si sono scatenati. I due messaggi dedicati all'argomento hanno totalizzato più di 400 interazioni - tra mi piace, faccine arrabbiate ed espressioni divertite - più di 700 condivisioni e oltre 800 commenti. Ed è stata una sequela di insulti da parte degli iscritti al social network. Ma c'è anche chi ha proposto una riflessione sulla difficile vita dei musicisti in Italia e chi ha sdrammatizzato con dell'ironia. “Se mi date 100 euro, vi finisco i fusti di birra”, ha affermato un utente in odore di affare.
Ieri la risposta ufficiale della proprietà, con la richiesta di scuse verso chi si fosse risentito. Era una provocazione, scrivono. Al telefono spiegano che si trattava di una frase pubblicata in un momento di pausa al lavoro, di aver sempre pagato i gruppi e di aver sempre riconosciuto almeno un rimborso spese ai giovani artisti. Ma neanche il 'mea culpa' ha fermato una nuova tempesta di critiche via web.
Mauro Torresi
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