Una battaglia, quella contro l'impunità, intrapresa dal sindacato già il 27 gennaio: in un'accorata lettera il Segretario Generale Gianluca Montanari esortava infatti il Congresso di Stato a promuovere ricorso avverso all'archiviazione su “Caso Titoli” e “Fondi Pensione”. Montanari scriveva di “amara e diffusa sensazione di impunità, della percezione di non aver voluto lacerare il velo di opacità e di connivenze tra controllati, controllori, politica e lobbies economiche interne ed esterne”. Una decisione, quella del Governo, accolta quindi con soddisfazione dalla Confederazione Democratica, che spera si riaprano le indagini almeno su uno dei due procedimenti. “Sarebbe necessario anche approfondire – scrive – carenze ed eventuali inadempienze da parte degli organi di controllo interni alle società coinvolte e delle società di revisione”. Un primo importante passo per iniziare a fare chiarezza, ma su cui incombe la mannaia della prescrizione, con il rischio – avverte Cdls - che i responsabili restino impuniti e che ai cittadini non rimangano altro che montagne di debiti e NPL”.
Anche per Libera sul Caso Titoli occorre andare fino in fondo con azioni concrete. Bene quindi l'opposizione al decreto, da subito richiesto dal partito. Ricorda poi che grazie alla legge sulle risoluzioni bancarie - voluto proprio da Libera - sono stati arginati dopo più di 10 anni certi interessi e che chi ha causato per primo il dissesto bancario ha iniziato a pagare. Sono stati recuperati – rimarca - più di 60 milioni fra capitale sociale degli azionisti e falcidie su coloro che hanno causato il buco bancario di Cis. Tutto questo però non basta, e torna a chiedere al Governo di prendere le distanze dal capogruppo Npr; fare chiarezza sullo stato dell’arte delle azioni di responsabilità dei manager bancari Cis; di avviare un approfondimento tecnico rispetto alle indagini della procura italiana legate all’acquisto di mascherine intermediate dall’ex Ad Guidi e di poter discutere in Consiglio del decreto Morsiani.