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Sammarinese denuncia: “Bloccata a mia madre una terapia a base di cannabis”. L'Iss: “Mai negati questi farmaci"

4 nov 2021
@pixabay.com
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Da qualche giorno sulla stampa e sui social tiene banco la vicenda di una signora di 85 anni, gravemente malata di Parkinson e ricoverata alla RSA La Fiorina, a cui - racconta la famiglia - “è stata bloccata, seppur inizialmente prevista, la somministrazione di una terapia a base di cannabis”. Non si tratta di un medicinale bensì di olio di cbd, estratto da piante di Canapa, che non è in prontuario a San Marino ma reperibile in Italia a pagamento. Tuttavia sarebbe già stato utilizzato a domicilio da altri pazienti affetti dalla medesima patologia, attraverso campioni gratuiti concessi dalla sanità pubblica agli assistiti, e con risultati soddisfacenti.




Nonostante la iniziale prescrizione, dunque, sembra che la terapia in questione non sia stata considerata dall'Istituto opportuna perché non ancora ufficialmente autorizzata a San Marino e pertanto non somministrabile all'interno di una struttura pubblica. Sul piede di guerra in particolare la figlia dell'anziana signora che ha già sporto denuncia in Gendarmeria contro la Direzione Generale Iss: “Quel prodotto negato – dice – potrebbe contribuire a rilassare il tono muscolare di mia madre, consentendole di attenuare le sofferenze o almeno di alimentarsi con meno fatica”. Tentativo di cura – va detto - che prima dello stop, anche dal geriatra e dal Consulente neurologo Iss era stato ritenuto idoneo a ridurre la severa rigidità muscolare nella paziente. La figlia fa leva proprio sulla legge 113/2021 che disciplina l'utilizzo di prodotti a base di cannabis ad uso terapeutico.

In giornata la replica dell’ISS: chiarisce, dal canto suo, come siano già diversi anni che nel prontuario farmaceutico siano inseriti e utilizzati in Repubblica farmaci a base di derivati della cannabis e difende il proprio operato, a seguito delle notizie apparse sui giornali: “Mai negato questi farmaci a una ospite della RSA”. Un riferimento implicito al fatto che il prodotto in questione non sia per l'appunto un medicinale. E nello specifico della vicenda “informa che al momento nessun ospite della struttura necessiti di terapie per le quali tali medicinali siano indicati dalle linee guida internazionali e al contempo rassicura la comunità sammarinese che tutti gli ospiti vengano assistiti seguendo le migliori e più aggiornate indicazioni terapeutiche e sanitarie, e con la stessa attenzione, professionalità e umanità”. Rammarico, inoltre, per “il tenore allarmante, generico e impreciso delle informazioni sanitarie contenute negli articoli di stampa, che rischiano di ingenerare – rimarcano - paure ingiustificate negli assistiti e nei familiari degli ospiti”. “Alla luce di quanto pubblicato e per ripristinare una corretta ricostruzione dell’accaduto e fornire le giuste informazioni, - conclude l'Istituto - sono stati attivati tutti gli uffici preposti per le verifiche e gli accertamenti necessari”. Insomma un caso intricato; una disputa che ad oggi tutt'altro che chiusa.





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