“Gianfranco si aspettava una sentenza di questo tipo, dopo 3 anni – tra carcere duro e libertà vigilata - aveva perso la fiducia nel sistema giudiziario cubano ed aveva cercato di uscire da questo vicolo cieco nel modo che sappiamo: tentando la fuga”. Massimo Ercolani – il fratello del sammarinese condannato per la morte per overdose di una giovane cubana – è amareggiato per l’esito del processo. “8 anni sono un’enormità per un innocente: mio fratello è stato condannato senza prove; adesso dobbiamo cercare di riportarlo a San Marino perché sconti qui la pena”. Ercolani, a questo proposito, chiede l’aiuto delle autorità del Titano ed è costantemente in contatto con le segreterie di Stato competenti. Nei prossimi giorni proverà a parlare con il fratello per sincerarsi sulle sue condizioni di salute. Gianfranco, attualmente, è detenuto in una struttura carceraria riservata agli stranieri. La segreteria di Stato agli esteri – intanto – si sta già attivando per intraprendere le iniziative più opportune per consentire l’estradizione di Ercolani, come previsto dagli accordi bilaterali tra i due Paesi. “Stiamo facendo tutto il possibile – afferma il segretario di Stato Berardi –, sono in stretto contatto con il nostro console a Cuba che sta seguendo personalmente l’evolversi della vicenda”.
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