Lumaca nel civile, lepre nel penale. I tempi della giustizia sammarinese si dividono nettamente, per numero e durata, a seconda del tipo di procedimento. Nel civile, la durata media di una causa non è inferiore ai 4 anni. I tre gradi di giudizio richiedono mediamente 8 anni, ma ci sono anche cause ventennali ancora da chiudere. Nel penale la durata del processo viene fissata dai tempi di prescrizione del reato. A San Marino sono molto più brevi rispetto all’Italia e il giudizio di primo grado arriva entro 2, 3 anni. Eppure il carico di lavoro penale è quasi il doppio. 90 sentenze all’anno, rispetto alle 50 del civile. Gli arretrati, nella giustizia penale, sono una eccezione, anche perché il rischio è quello, come è accaduto di recente per degli infortuni sul lavoro, di far cadere in prescrizione il reato. Sono casi isolati, non più di una decina di fascicoli. Nella giustizia civile l’arretrato è la regolarità anche perché questo settore sconta il lungo periodo di stasi dovuto alla carenza di magistrati. Con i recenti, nuovi inserimenti - 2 giudici civili e 2 giudici inquirenti a tempo pieno - la giustizia viaggia a pieno regime. Il magistrato dirigente sta predisponendo la relazione che presenterà, in marzo, al Consiglio Giudiziario, convocato in seduta plenaria. Quel documento conterrà tutti i numeri della giustizia ed anche la produttività dei singoli Magistrati. I dati, al momento, raccontano un popolo litigioso, che discute molto di più durante l’estate quando i contatti con l’esterno, nel bene e nel male, si moltiplicano. Nel settore civile i picchi sono legati alle congiunture di mercato. Quando la situazione è più difficile chi vanta crediti nei confronti di altre aziende li vuole riscuotere. Quando l’economia tira si lascia correre.
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