Testimonianze strettamente tecniche al procedimento contro Marcello e Carlo Biagioli, accusati di falso materiale in atto pubblico, e in particolare di aver alterato un foglio di servizio, con una specifica annotazione su un presunto controllo effettuato da una pattuglia, che avrebbe dovuto fornire un alibi all’ex “mago delle vedove”, nonché membro della Banda della Magliana Stefano Virgili, a sua volta accusato di aver partecipato al famoso furto avvenuto al caveau di Roma. E' stata la volta dei periti tecnici, incaricati di stabilire quando l’annotazione sul foglio di servizio fu scritta. Compito arduo per il professor Fabiani, incaricato dal magistrato inquirente e dunque perito d’ufficio, che per primo ha avanzato dubbi sulla assoluta attendibilità del metodo utilizzato. Dietro domanda del Procuratore del fisco Roberto Cesarini ha però affermato che era l’unico possibile per capire se l’annotazione sul foglio di servizio fosse stata apposta nello stesso momento o in due periodi diversi. Nelle sue conclusioni, il professor Fabiani ha evidenziato che la firma dei due gendarmi in fondo al foglio, gendarmi che hanno disconosciuto l’annotazione su Virgili, era stata apposta su un supporto rigido, mentre l’annotazione su supporto morbido, tant’è che il foglio presentava una deformazione, il che lascerebbe presupporre che le due scritte non fossero contestuali. L’avvocato della difesa, Nannini, ha attaccato duramente il perito sul fatto che questi fosse a conoscenza dei fascicoli processuali: il suo obiettivo era quello di fargli ammettere di essere stato forse influenzato dalla ricostruzione del magistrato inquirente. A quel punto è insorto il procuratore del fisco, che ha ricordato come a San Marino il ruolo del perito sia ben diverso da quello in Italia: “Qui il perito d’ufficio – ha detto Cesarini – è tenuto alla ricerca della verità, non è un perito di parte: ha letto i fascicoli processuali perché è la longa manus dell’inquirente”. A questo punto pare però inevitabile la richiesta di una ulteriore perizia da parte della difesa, mentre la prossima udienza, fissata per il 22 febbraio, sarà fondamentale: parleranno i grafologi per dire a quale mano apparteneva l’annotazione sul foglio di servizio.
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