E’ un processo lento e forse irreversibile: San Marino Città sembra stia perdendo – almeno parzialmente - il suo ruolo storico di centro di gravità della vita amministrativa del Paese. Ragioni essenzialmente logistiche hanno consigliato il progressivo spostamento, di numerosi uffici della PA, dalla suggestiva cornice del centro storico della Repubblica a zone più comode e facilmente raggiungibili dall’utenza. Negli ultimi mesi sono stati circa 120 gli impiegati pubblici ad abbandonare il posto di lavoro a Città. Il primo grande passo nell’estate dello scorso anno, con il trasferimento del Tribunale commissariale al nuovo centro servizi dei Tavolucci a Borgomaggiore. Un trasloco che ha riguardato ben 44 dipendenti pubblici. Quindi è stata la volta dell’ufficio registro ed ipoteche dell’Ufficio industria, artigianato e commercio, dell’ufficio personale, del Tribunale amministrativo, dello Stato civile. I prossimi dipendenti a trasferirsi saranno probabilmente quelli degli uffici del catasto, urbanistica e progettazione. Resta comunque nettamente preponderante – almeno per il momento – la presenza di dipendenti pubblici nelle vecchie sedi della PA. A testimonianza di ciò vi è il dato della mensa di città che ogni giorno, in media, garantisce pasti per 240 persone. Poche decine in meno – afferma il presidente del fondo servizi sociali, Massimo Ghiotti - rispetto al passato. Città, insomma, resta – per così dire – la capitale amministrativa di San Marino, ma per quanto tempo ancora? Intanto anche altri Castelli del Titano stanno lentamente cambiando faccia, seppur in modi diversi. Sembra il caso di Serravalle dove – afferma un cittadino, Alberto Mino, – si starebbe spegnendo la vita sociale con la chiusura di botteghe, negozi e luoghi pubblici. Secondo questo serravallese il castello più grande della Repubblica si starebbe trasformando in un luogo spento, triste e privo di servizi.
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