“Un servitore dello Stato. Un uomo che ha molto amato”. Le parole del parroco di Borgo Maggiore cristallizzano la figura di Giuseppe Lonfernini. Un servitore dello Stato: lo conferma la scelta della Reggenza di partecipare alle esequie, posticipando i lavori del Consiglio Grande e Generale – di cui Lonfernini ha fatto parte per 24 anni ininterrottamente – arrivando a presiederne i lavori, come Capitano Reggente nel 1970, per poi entrare al governo, da Segretario di Stato agli affari interni dal 73 al 76.
Un uomo che ha molto amato: ci sono gli affetti più personali, la moglie, i 4 figli, i parenti. Ma c'erano anche, numerosi, i volti della politica, i democristiani di oggi e di ieri, quelli che lo sono ancora e quelli che se ne sono andati proprio in contrapposizione con “i ragazzi della via Pal”, come Lonfernini ribattezzò il gruppo di giovani che, nel 1985, prese in mano la Dc per portarla al governo di compromesso storico con il Pc e che poi segnò la storia politica sammarinese nei 20 anni che seguirono.
E' stato anche, e forse soprattutto, un uomo appassionato: nella politica, nella professione, nella vita. Una di quelle persone che mancano, quando non ci sono più, a tutto un Paese, anche a quelli che non lo hanno conosciuto. Perchè la democrazia ha bisogno della memoria e, da oggi, abbiamo una voce in meno.
Sonia Tura
Un uomo che ha molto amato: ci sono gli affetti più personali, la moglie, i 4 figli, i parenti. Ma c'erano anche, numerosi, i volti della politica, i democristiani di oggi e di ieri, quelli che lo sono ancora e quelli che se ne sono andati proprio in contrapposizione con “i ragazzi della via Pal”, come Lonfernini ribattezzò il gruppo di giovani che, nel 1985, prese in mano la Dc per portarla al governo di compromesso storico con il Pc e che poi segnò la storia politica sammarinese nei 20 anni che seguirono.
E' stato anche, e forse soprattutto, un uomo appassionato: nella politica, nella professione, nella vita. Una di quelle persone che mancano, quando non ci sono più, a tutto un Paese, anche a quelli che non lo hanno conosciuto. Perchè la democrazia ha bisogno della memoria e, da oggi, abbiamo una voce in meno.
Sonia Tura
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