Rientra tra gli atenei con il peggior buco di bilancio l’Università di Urbino, punto di riferimento per tantissimi studenti sammarinesi. Lo ha rivelato il Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, illustrando quello che lei stessa definisce il deludente stato dell’università italiana. Il Ministero, che presenterà il decreto di riforma nelle prossime settimane, punta ora a conoscere i bilanci di tutti gli atenei, con relativa pubblicazione su internet. Sono stati inoltre avviati controlli più approfonditi a Siena, Firenze, Pisa, Camerino e appunto Urbino, cioè le 5 importanti sedi universitarie con il disavanzo più consistente, stando ai dati ministeriali. Non si sono fatte attendere le reazioni del Senato Accademico dell’ateneo urbinate, secondo cui il bilancio universitario è invece in equilibrio. Viene però espressa preoccupazione soprattutto per i tagli progressivi approvati con la nuova normativa. Un provvedimento, secondo gli accademici, che mina profondamente il futuro delle università pubbliche italiane e rischia di vanificare il processo di risanamento e rilancio avviato dall’ateneo marchigiano con un piano di sviluppo triennale.
“Gli effetti della legge 133 - sostiene poi il Senato Accademico - sarebbero ancor più gravi per Urbino, che è nel novero delle università statali solo dal giugno 2007, con l’assicurazione di un contributo che per due anni doveva attestarsi attorno ai 47 milioni di euro, ridotto invece sin dal primo anno a poco più di 45 milioni e mezzo. Malgrado ciò - concludono - grazie ad una politica di rigoroso contenimento della spesa, abbiamo riportato in equilibrio il nostro bilancio, dimezzando il debito e riducendo significativamente i residui passivi”. Intanto i sindacati italiani si preparano allo sciopero del 18 novembre contro le politiche del governo.
“Gli effetti della legge 133 - sostiene poi il Senato Accademico - sarebbero ancor più gravi per Urbino, che è nel novero delle università statali solo dal giugno 2007, con l’assicurazione di un contributo che per due anni doveva attestarsi attorno ai 47 milioni di euro, ridotto invece sin dal primo anno a poco più di 45 milioni e mezzo. Malgrado ciò - concludono - grazie ad una politica di rigoroso contenimento della spesa, abbiamo riportato in equilibrio il nostro bilancio, dimezzando il debito e riducendo significativamente i residui passivi”. Intanto i sindacati italiani si preparano allo sciopero del 18 novembre contro le politiche del governo.
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