Caso Vatileaks, mentre Gianluigi Nuzzi ha detto di non volersi presentare in Vaticano per l'interrogatorio, il collega Emiliano Fittipaldi c'è andato, e riferisce alla stampa estera: “Le accuse che mi muovono sono folli”.
“Io e Nuzzi siamo imputati, non indagati. Per il Vaticano non esiste la parola 'indagato': personalmente rischio dai 4 agli 8 anni di reclusione in base alle loro leggi, ma queste accuse non le condivido affatto, per me sono folli”. Così Emiliano Fittipaldi, giornalista e scrittore, autore di “Avarizia”, uno dei due libri scandalo realizzati con documenti riservati su finanze vaticane, scandali economici e spese pazze.
Contrariamente al suo collega, Fittipaldi si è presentato dal Promotore di Giustizia vaticano per essere interrogato e, soprattutto, capire le accuse che gli muovevano, ha detto. “Delitti contro la Patria”, questa l'accusa, ha riferito. “Indagine aperta solo in Vaticano – ha poi precisato – dove non esistono regole deontologiche sulla libertà di stampa, invece in Italia non mi risulta sia stata aperta alcuna indagine. Per quanto mi riguarda ho solo fatto il mio lavoro”. Ora aspetta di sapere se sarà processato.
Il Vaticano potrebbe perfino chiedere la sua estradizione, se volesse procedere all'arresto come già avvenuto per monsignor Balda e Francesca Chaoqui, considerati i “corvi”: “Se mai dovesse accadere – è la replica di Fittipaldi – spero che l'Italia non vorrà mai concederla, sarebbe un precedente molto grave”.
“Trovo ci sia incoerenza – ha poi concluso – tra quanto dichiarato dal Vaticano sulle riforme e quanto invece fa. Pensavo che dopo il mio libro sarebbero andati a sanare ciò che ho riportato. Insomma, speravo in un'altra reazione”.
Francesca Biliotti
“Io e Nuzzi siamo imputati, non indagati. Per il Vaticano non esiste la parola 'indagato': personalmente rischio dai 4 agli 8 anni di reclusione in base alle loro leggi, ma queste accuse non le condivido affatto, per me sono folli”. Così Emiliano Fittipaldi, giornalista e scrittore, autore di “Avarizia”, uno dei due libri scandalo realizzati con documenti riservati su finanze vaticane, scandali economici e spese pazze.
Contrariamente al suo collega, Fittipaldi si è presentato dal Promotore di Giustizia vaticano per essere interrogato e, soprattutto, capire le accuse che gli muovevano, ha detto. “Delitti contro la Patria”, questa l'accusa, ha riferito. “Indagine aperta solo in Vaticano – ha poi precisato – dove non esistono regole deontologiche sulla libertà di stampa, invece in Italia non mi risulta sia stata aperta alcuna indagine. Per quanto mi riguarda ho solo fatto il mio lavoro”. Ora aspetta di sapere se sarà processato.
Il Vaticano potrebbe perfino chiedere la sua estradizione, se volesse procedere all'arresto come già avvenuto per monsignor Balda e Francesca Chaoqui, considerati i “corvi”: “Se mai dovesse accadere – è la replica di Fittipaldi – spero che l'Italia non vorrà mai concederla, sarebbe un precedente molto grave”.
“Trovo ci sia incoerenza – ha poi concluso – tra quanto dichiarato dal Vaticano sulle riforme e quanto invece fa. Pensavo che dopo il mio libro sarebbero andati a sanare ciò che ho riportato. Insomma, speravo in un'altra reazione”.
Francesca Biliotti
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