Inaugurata questa mattina la prima edizione di Rimini Beach Mini Maker Faire. A tagliare il nastro alla Fiera di Rimini Morena Diazzi (Direttore Generale Attività Produttive, Commercio e Turismo Regione Emilia Romagna) insieme a Lorenzo Cagnoni, Presidente di Rimini Fiera e a Fausto Bianchini, Amministratore unico di Blu Nautilus, che ha portato a Rimini questo evento direttamente dagli USA. “E’ molto importante e incoraggiante – ha affermato Morena Diazzi - che una manifestazione come questa riscuota un tale successo: qui a Rimini Beach mini Maker Faire stiamo letteralmente toccando le idee a cui un’auspicabile sinergia di pubblico e privato può ispirarsi per alimentare un’economia virtuosa e sostenibile. In questo senso ha un posto sicuramente fondamentale il mondo della formazione, qui ben rappresentato, e sarebbe auspicabile proseguire su questo sentiero di interazione, avendo i maker stessi come formatori”. Durante la cerimonia è stato osservato un minuto di silenzio, un pensiero che anche il mondo Maker ha voluto dedicare alla tragedia che ha colpito Parigi la notte precedente. Proprio occasioni di cultura condivisa come queste possono rappresentare la risposta migliore ad atti volti a soffocare l’unione delle conoscenze e della crescita comune. Molti, infatti, sono stati i maker che durante la mattinata hanno elaborato al volo piccoli codici e programmi che hanno subito condiviso per esprimere la propria solidarietà nella rete Maker mondiale. La hall della Fiera questa mattina si presentava già gremita: il FabLab in pieno fermento ha immediatamente calamitato le attenzioni e da lì in poi, in un susseguirsi di bracci meccanici, mani artificiali, stampanti 3D e Drink Machines l’attività dei maker continuerà fino a domenica sera. Numerose anche le scolaresche che hanno aderito alle call, le “chiamate” di questo movimento del Fare. Questa connessione ininterrotta, di cui Rimini Beach Mini Maker Faire è una componente attivissima, è confermata dal fatto che oggi, accanto a Rimini, aprono le Maker Faire di Houston e Poughkeepsie (USA) e quella di Kiev, realizzando quel laboratorio continuo che si sviluppa in linea temporale e senza confini, pur traendo proprio dalle identità territoriali lo spunto creativo che ha così la possibilità di essere immediatamente rilanciato e sviluppato in mille declinazioni.
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