Sul versante dell'occupazione interna, grazie soprattutto al manifatturiero, migliorano i numeri; nel privato mille lavoratori in più solo nell'ultimo anno. Restano intatte le difficoltà per le categorie quali i disabili, mentre le donne costituiscono ancora i due terzi dei disoccupati: dopo un progetto di legge non arrivato a conclusione nella scorsa legislatura, con l'attuale Esecutivo tutto tace. Per le donne servono interventi per conciliare gli orari di lavoro con gli impegni familiari.
Tanti i temi della puntata di ieri di "CSdL Informa". Hanno partecipato il Segretario Generale Enzo Merlini, il Segretario Confederale William Santi, il Funzionario FULI Cristian Bertozzi, la Funzionaria FUPI Cinzia Casali, il Funzionario FUCS Diego Moretti, il Segretario FUPS Elio Pozzi. Ha coordinato il dibattito Giuliano Tamagnini.
È stata ribadita la richiesta di interrompere la prescrizione, in caso dell’introduzione del terzo grado di giudizio penale. A chi accusa la CSdL di occuparsi di temi di non stretta pertinenza sindacale, ribadiamo che la riforma della giustizia riguarda tutti e che l’impunità eventualmente scaturita dalla prescrizione dei reati è inaccettabile.
Tra gli argomenti centrali, il debito dello Stato: abbiamo la conferma che il debito estero è costato lo scorso anno ben 23/24 milioni solo di interessi, a cui vanno aggiunti i costi di intermediazione, che fanno lievitare la cifra a circa 30 milioni di euro. Per i prossimi anni è prevista una spesa per queste voci di altri 20 milioni annui, e tutto ciò mentre il Bilancio dello Stato fa acqua da tutte le parti. Inoltre sappiamo che la quasi totalità del prestito estero è stata destinata al sistema bancario e alla spesa corrente, mentre pressoché nulla è andato al finanziamento dello sviluppo e dell'occupazione.
La CSdL ribadisce che è una necessità imperativa che i Governi si pongano l'obiettivo del pareggio di bilancio, attraverso l'aumento delle entrate e la razionalizzazione delle spese, per ridurre progressivamente la gravissima situazione debitoria dello Stato.
Il Congresso di Stato ha affermato che a questo scopo vuole utilizzare principalmente due riforme: quella pensionistica e quella del sistema tributario. Riteniamo che per quanto riguarda la riforma previdenziale, da questo punto di vista i margini siano molto ridotti, in quanto le aliquote contributive sono già elevate, solo di qualche punto al di sotto di quelle italiane, e non si potrà aumentare a dismisura l'età pensionabile.
Pertanto è verosimile pensare che l'Esecutivo voglia trarre i maggiori introiti dalla riforma dell'IGR. Se poi, come è stato annunciato dal Segretario Finanze, la riforma si tradurrà in una modifica delle deduzioni e detrazioni fiscali, è evidente che si tratterebbe di un intervento che andrebbe a colpire prevalentemente i redditi fissi, dei lavoratori dipendenti e i pensionati.
La riforma tributaria deve avere ben altre finalità; quella di rendere compiuta la riforma del 2013, introducendo efficaci strumenti di accertamenti dei redditi da impresa, mettendoli in relazione con i patrimoni posseduti, affinché tutti siano chiamati a versare in ragione delle proprie disponibilità.
Non poteva mancare un riferimento alla situazione del sistema sanitario sammarinese, da lungo tempo in gravi difficoltà, ad iniziare dalla medicina di base. Al nuovo Direttore Generale spetta un compito particolarmente arduo. In questa fase si vuole porre tutta l'attenzione sul progetto di un nuovo ospedale. A nostro avviso è prioritario stabilire prima cosa mettere dentro la struttura. È pensabile che a San Marino il sistema ospedaliero possa occuparsi di tutti i settori?
Noi pensiamo di no; vanno fatte delle scelte su quali servizi offrire, e su quelli che non si riesce a coprire vanno attivate convenzioni con altre strutture, prioritariamente quelle dell'Emilia Romagna e delle Marche, regioni limitrofe le quali hanno peraltro realizzato un sistema sanitario di qualità. Convenzioni con strutture lontane, come la Sicilia, sono meno logiche e funzionali, seppure riferite al tema della collaborazione nell'attività formativa-amministrativa.
La CSdL rilancia la necessità di dare una soluzione alle gravi difficoltà della medicina di base, determinati in parte anche dagli impegni legati alla grave emergenza Covid, che ha assorbito almeno 40/50 operatori sanitari. Il ripristino della piena operatività dei centri sanitari dislocati sul territorio è uno dei principali banchi di prova che attende la nuova Direzione generale dell'ISS; dalla realizzazione o meno di questo fondamentale obiettivo sapremo se la scelta del Governo è stata azzeccata.
Al contempo la Confederazione del Lavoro torna a sollecitare l'atto organizzativo dell'ISS, conseguente al piano sanitario nazionale, il quale deve definire il personale, le risorse e gli strumenti necessari per realizzare gli obiettivi prefissati in campo sanitario. Questo documento è fermo da dieci anni: non è più possibile attendere oltre.
Altro argomento trattato è la situazione occupazionale interna: i dati dell'ultimo periodo sono incoraggianti. La percentuale dei disoccupati in senso stretto è del 4,14% (2,17% uomini e 6,06% donne): in proporzione è molto maggiore il numero delle donne disoccupate, 508 contro 171 uomini. Dal 2016 al 2021, l'aumento complessivo degli occupati è stato di 2.130 unità nel privato; solo nell'ultimo anno si sono registrati mille lavoratori in più. I lavoratori sammarinesi e residenti occupati sono aumentati in maniera considerevole, non solo grazie alla ottima fase economica, ma anche a seguito dell’abrogazione della norma che prevedeva la libertà di assunzioni esterne senza alcuna barriera, da sempre contestata dalla CSdL.
Un elemento di difficile spiegazione, è che la metà dei disoccupati sono diplomati o laureati; questa loro difficoltà a trovare un'occupazione deve essere oggetto di riflessione, e al contempo vanno pensati dei percorsi di riqualificazione verso professionalità più spendibili nel mercato del lavoro interno.
Dall'analisi dei dati emerge altresì che molti sammarinesi trovano lavoro senza passare dalla iscrizione alle liste degli uffici preposti; evidentemente non vogliono correre il rischio, qualora dovessero rifiutare lavori non graditi, di essere sospesi per tre mesi dalle liste di collocamento, o di essere etichettati come vagabondi.
Restano intatte le gravi difficoltà per le categorie a più difficile collocazione, tra i quali i disabili: nella scorsa legislatura era sul punto di arrivo una nuova legge, che non ha visto la luce, e da allora con il nuovo Governo è tutto fermo. Riteniamo che quel progetto di legge debba essere utilizzato come base di partenza per un nuovo intervento legislativo che affermi gli strumenti più efficaci per il collocamento al lavoro delle persone con disabilità e di tutti i soggetti che incontrano maggiori difficoltà.
Per le donne in cerca di occupazione, vanno attuate politiche e interventi che possano conciliare i tempi di lavoro con gli impegni familiari, assicurando la flessibilità nell'orario e altre modalità organizzative.
Comunicato stampa