I lavoratori dell'industria e dell'artigianato sono anch'essi in prima linea nella partecipazione allo sciopero generale del 15 novembre, sia per dare forza alle richieste sindacali - che riguardano l'intero mondo del lavoro - sulla riforma pensionistica, il blocco degli aumenti delle tariffe, la politica dei redditi, sia per esprimere attiva solidarietà alle migliaia di lavoratori dei diversi settori ancora senza contratto rinnovato. La lotta per una riforma pensionistica equilibrata e non penalizzante per i lavoratori, è tra i punti fondamentali dello sciopero. Le risorse accantonate nel fondo pensioni lavoratori dipendenti, vanno salvaguardate il più a lungo possibile; non è pensabile che la maggioranza ancora una volta posticipi nel tempo l’incremento del contributo nei fondi pensione. Nessuna riforma delle pensioni può essere approvata senza una sostanziale condivisione da parte dei lavoratori. Occorre assicurare, nella riforma previdenziale, un contributo annuo dal Bilancio dello Stato in grado di colmare gran parte degli sbilanci annuali del fondo pensioni. In proposito occorre reperire le risorse necessarie, in primis attraverso una seria lotta all’evasione fiscale. A questo deve servire la riforma IGR annunciata piuttosto che a fare pagare i soliti noti. Dal canto suo il secondo pilastro previdenziale sta crescendo in modo esponenziale, ma con una rendita praticamente pari a zero. Per queste risorse vanno garantiti rendimenti degni di questo nome, affinché Fondiss possa svolgere la funzione per cui è stato istituito: garantire una reale integrazione al primo pilastro, per raggiungere importi pensionistici adeguati, in particolare per le nuove generazioni. È inaccettabile che a causa delle rigidità delle controparti i lavoratori di diversi settori non abbiano potuto realizzare il diritto al rinnovo dei contratti con aumenti economici soddisfacenti, tanto più necessari per porre un argine all'aumento generalizzato del costo della vita. Le aziende, ad esempio nel caso del commercio, da anni beneficiano del fatto che i sammarinesi e i lavoratori tutti per motivi fiscali devono fare gran parte dei loro acquisti a San Marino, e ciò assicura loro introiti garantiti. Anche per questi motivi i lavoratori dei settori per i quali non sono stati rinnovati i contratti e che hanno le retribuzioni più basse della realtà sammarinese meritano il sostegno e la solidarietà di tutti. I lavoratori dell'industria sono al loro fianco. Fermare i rincari delle bollette, annunciati dal Governo e poi sospesi, è un imperativo categorico. Oltre a tramutarsi in costi insostenibili per molte famiglie, tali rincari potrebbero mettere in ginocchio decine di aziende, con la conseguente perdita di molti posti di lavoro. Il Governo e l'autorità per l'energia devono necessariamente confrontarsi con il sindacato e le associazioni dei consumatori per trovare soluzioni condivise per far fronte all'aumento delle materie prime energetiche. Al contempo è necessario aprire un tavolo per la politica dei redditi, che al momento non compare nell'agenda del Governo, per definire aiuti ai cittadini in maggiori difficoltà, partendo dalla attivazione di strumenti come l'ICEE, per accertare in maniera celere e certa le condizioni di necessità delle famiglie, e per poi calibrare gli interventi più opportuni. La grande storia delle lotte sindacali dei lavoratori dell'industria, che tanti diritti ha conquistato non solo per questa categoria ma per l'intero mondo del lavoro e per il paese, anche nello sciopero del 15 novembre scriverà, assieme ai lavoratori di tutti i settori, i pensionati e i cittadini, un'altra pagina importante. Dunque tutti sul Pianello per ribadire la forza, la determinazione e l'unità del movimento dei lavoratori.
Cs - FULI CSdL