Appena insediata, la nuova maggioranza in Consiglio ha messo sotto la lente di ingrandimento il progetto di costituzione di una rete di telefonia mobile di proprietà dello Stato avviato da AASS e gestito attraverso la Public NetCo S.p.A. Alla fine di gennaio infatti il Consiglio Grande e Generale ha approvato un ordine del giorno per fare chiarezza sulle operazioni legate alla Public Netco, società di diritto privato a totale partecipazione pubblica costituita tramite decreto a novembre 2018. In particolare, si vuole sciogliere ogni ambiguità rispetto all’ordine di acquisto eseguito a favore della società ZTE per oltre 12 milioni di euro ed ai risvolti geopolitici conseguenti alla prosecuzione del progetto con un solo operatore di telecomunicazioni. Una vicenda, quella della Public Netco, che si trascina da oltre un anno e dove le ombre sono più delle luci. Dietro il paravento del “rapporto tra privati” è stato reso inaccessibile il contratto tra ZTE e Netco nonostante quest’ultima veda una partecipazione totalmente pubblica e finanzi il progetto attraverso il denaro pubblico. Ambiguo anche il repentino avvicendamento delle persone nominate dalla ex maggioranza nel cda della Public Netco, in particolare di un membro che prima vota la delibera di spesa da milioni di euro (in un cda composto di soli membri della ex maggioranza) per poi dimettersi e vestire i panni di Presidente della Commissione Finanza Pubblica che ha avallato la legittimità di quella spesa. Per dare seguito all’ordine del giorno di gennaio, il Congresso di Stato ha recentemente emanato una delibera (n. 10 del 4 febbraio 2020) in cui nomina una Commissione che valuti la trasparenza delle operazioni e delle procedure, la congruità economico patrimoniale del progetto e con il compito di segnalare anomalie. All’interno della Commissione è stato nominato Augusto Gasperoni che ha seguito il tema delle tlc con competenza e in maniera integerrima. Augusto, che nei lunghi anni di attivismo ha sempre dimostrato obiettività, libertà di pensiero e soprattutto libertà da ogni tipo di potentato, è per noi una garanzia in questo senso anche nei confronti della figura di Emanuele Valli, ex direttore di AASS da noi aspramente criticato, anch'egli nominato nella commissione. Pretendere trasparenza sulla questione Netco è un nostro dovere a tutela della cittadinanza, così come quello di andare ad individuare tutte le strutture, enti ed organismi creati ad arte negli ultimi tre anni per bypassare le regole della PA e disporre a piacimento del denaro pubblico. La Public Netco, secondo noi, è solo la prima di una lunga lista.
c.s. Movimento RETE