"Vi assicuro, non v'è odio dentro di me, ma solo tanta rabbia ed amarezza per quelle giovani vite rovinate. È dura, durissima, ma siamo orgogliosi del coraggio dimostrato da nostra figlia, coraggio di affrontare il rischio di non essere creduta che purtroppo, tante, troppe prima di lei, anche donne meno giovani, non hanno avuto". Comincia così una lettera affidata alla stampa modenese dal papà della sedicenne che ha accusato cinque compagni (quattro diciottenni e un 17enne) di averla fatta ubriacare, trascinata in un bagno e stuprata in gruppo durante una festa in villa. Due avrebbero fatto da 'palo', gli altri l'avrebbero costretta a rapporti. Ai cinque, indagati, è stato prelevato il Dna. Il padre rivolge un pensiero pure ai genitori dei ragazzi coinvolti, "anche loro, come noi, vittime di una situazione drammatica". E aggiunge: "Probabilmente arriveranno giorni ancora più duri, lo sappiamo, ce l'avevano anticipato in tanti che sarebbe stato così e che in queste vicende il fango sono sempre le vittime a riceverlo. Però ci conforta la speranza che forse questa tremenda battaglia, contro antichi pregiudizi dove la donna viene evocata spesso come 'diavolo tentatore', possa arginare certi comportamenti disumani e salvare in futuro ragazze, che potrebbero essere benissimo le figlie di chiunque di voi, in una cittadina civile come Modena o altrove". "Da questo 'gioco al massacro' non usciranno né vinti né vincitori e mi unisco all'appello lanciato dagli avvocati della Camera Penale di Modena: non la stampa, non gli ignari intervistati, ma solo l'aula del tribunale, valutando le numerose prove fornite, deciderà se questi ragazzi siano o meno colpevoli. Noi abbiamo totale fiducia nelle istituzioni", sottolinea il padre, che ringrazia "di cuore" tutti coloro, "e sono tanti, che anche solo con un sorriso, una pacca sulla spalla, una parola di solidarietà aiutano nostra figlia ad andare avanti e a sopportare un fardello così pesante".
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