Il suo reddito appariva inconsistente e frammentario. In realtà Paolo Landolfo aveva un ingente patrimonio che da oggi è sotto sequestro. La Guardia di finanza di Bologna, su disposizione del
Tribunale di Modena, ha sequestrato un patrimonio da 18 milioni di euro, suddiviso in immobili, partecipazioni in tre società di capitali, un terreno, 4 macchine, 22 rapporti bancari e due rapporti assicurativi. Tutto di proprietà di Landolfo, originario di Casal di Principe, da molti anni residente in provincia di Modena, ritenuto organico al clan camorristico dei Casalesi. Il sequestro arriva dopo le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e condotte dal Gico di Bologna. Landolfo è in diretto contatto, sottolinea una nota della Guardia di finanza, con esponenti di primissimo piano del sodalizio casalese, su tutti Sebastiano Panaro, in carcere con condanna all'ergastolo, cugino dello storico boss Francesco Schiavone, detto Sandokan. Landolfo fin dagli anni 90 ha gestito alcuni night club di Modena e provincia che, sulla base delle indagini, erano sotto il controllo del clan camorristico, tanto da essere luogo di incontro di affiliati e latitanti. Eppure quasi non vantava patrimonio. Invece tra le sue proprietà c' è perfino un caseificio. Le indagini, sottolinea la Guardia di finanza, confermano il persistente inserimento della criminalità organizzata nel tessuto economico finanziario emiliano da parte del clan camorristico dei casalesi in particolare, nella provincia di Modena.
Tribunale di Modena, ha sequestrato un patrimonio da 18 milioni di euro, suddiviso in immobili, partecipazioni in tre società di capitali, un terreno, 4 macchine, 22 rapporti bancari e due rapporti assicurativi. Tutto di proprietà di Landolfo, originario di Casal di Principe, da molti anni residente in provincia di Modena, ritenuto organico al clan camorristico dei Casalesi. Il sequestro arriva dopo le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e condotte dal Gico di Bologna. Landolfo è in diretto contatto, sottolinea una nota della Guardia di finanza, con esponenti di primissimo piano del sodalizio casalese, su tutti Sebastiano Panaro, in carcere con condanna all'ergastolo, cugino dello storico boss Francesco Schiavone, detto Sandokan. Landolfo fin dagli anni 90 ha gestito alcuni night club di Modena e provincia che, sulla base delle indagini, erano sotto il controllo del clan camorristico, tanto da essere luogo di incontro di affiliati e latitanti. Eppure quasi non vantava patrimonio. Invece tra le sue proprietà c' è perfino un caseificio. Le indagini, sottolinea la Guardia di finanza, confermano il persistente inserimento della criminalità organizzata nel tessuto economico finanziario emiliano da parte del clan camorristico dei casalesi in particolare, nella provincia di Modena.
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