Nelle mani degli investigatori tante tracce. L’identikit del killer di Leonardo Bernabini, ricostruito grazie alla descrizione fornita da 5 testimoni. Le sue impronte, lasciate sul fucile da caccia calibro 12, con numero di matricola leggibile, anche se per questo tipo di arma non è obbligatoria la registrazione. Le celle telefoniche, perché è stato sentito gridare al telefono, mentre chiedeva a qualcuno di andarlo a prendere. La caccia continua e anche la gendarmeria tiene gli occhi aperti. L’assassino è fuggito a piedi e il luogo del delitto dista dal Titano appena una decina di chilometri. Insomma, l’uomo potrebbe avere le ore contate. Buio assoluto invece sul movente dell’omicidio. Gli inquirenti escludono la rapina. Il cadavere di Leonardo Bernabini è stato ritrovato seduto sul lato guidatore della sua Opel Astra. La station wagon aveva la retromarcia inserita. Forse la vittima stava cercando di fuggire e forse conosceva il suo assassino. Non si esclude che siano arrivati insieme, in aperta campagna, sul colle di Covignano. Si scava anche nelle difficoltà economiche di Bernardini. Dopo il divorzio aveva dovuto lasciare la casa a moglie e figli e non aveva una occupazione fissa. Lavorava per una ditta di camion e la sera, senza licenza da tassista, portava i ragazzini in discoteca. Il killer ha sparato due colpi, entrambi alla nuca. Una vera esecuzione.
Sonia Tura
Sonia Tura
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