Quelle armi le aveva recuperate circa cinque anni fa in un cantiere in Slovacchia dove si trovava per lavoro. Le aveva prese, ripulite e rimesse a nuovo perché è un appassionato di genere. Ma ha garantito di non avere mai avuto intenzione di usarle né di avere mai sparato. E quando le forze dell'ordine avevano fatto una verifica nella sua residenza di Forlimpopoli e in un altro alloggio in sua disponibilità a Fratta Terme aveva suggerito alla compagna di andare nella loro casa di Marina di Ravenna per sbarazzarsi di quel piccolo arsenale. Si è giustificato così davanti al Gip, Antonella Guidomei del Tribunale di Ravenna il 44enne originario di Pianoro, nel Bolognese ma residente nel Forlivese arrestato all'alba di martedì dalla guardia di Finanza ravennate per la sacca piena di armi recuperata il 22 settembre scorso nell'area portuale della città romagnola. Dentro c'erano una mitragliatrice Skorpion calibro 7.65 con silenziatore artigianale, una pistola semiautomatica Cz, numerose cartucce, tre coltelli, un machete e altro materiale. Durante la perquisizione domiciliare a Marina in occasione della notifica dell'ordinanza cautelare, i militari avevano inoltre sequestrato al 44enne un giubbetto antiproiettile, una baionetta per fucile mitragliatore kalashnikov Ak47 e due coltelli. Non è ancora chiaro se ad abbandonare la sacca con l'arsenale fosse stata direttamente la donna o se questa avesse poi affidato il compito ad altri. L'uomo - difeso dall'avvocato Luca Berger - si trova ora in carcere a Ravenna con le accuse di alterazione, porto e detenzione illegale di armi, sia da guerra che comuni.
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