In cambio di denaro "velocizzava" le pratiche di cittadinanza facendole passare in cima alla lista di quelle da evadere, scavalcando le altre in attesa anche da tempo. Per questo, con l'accusa di corruzione, la Polizia di Reggio Emilia ha arrestato (ai domiciliari) Sonia Bedogni, dirigente dell'ufficio Cittadinanza della Prefettura reggiana. Il provvedimento di custodia cautelare le e' stato notificato questa mattina, poco prima che partisse per le ferie. Insieme alla donna (gia' candidata alle elezioni per le Rsu dello scorso aprile con la Cgil), 60 anni, sono indagate altre tre persone: una coppia di fratelli, cittadini italiani di origine pachistana, che gestiva un'agenzia di pratiche per l'immigrazione a Guastalla e una cittadina italiana di origine marocchina che offriva assistenza amministrativa agli stranieri e lavorava in proprio, appoggiandosi allo studio di un legale di Reggio Emilia risultato estraneo alla vicenda. Anche per i due fratelli sono scattati gli arresti domiciliari (per uno di loro la misura non e' stata applicata perche' si trova in Pakistan), mentre alla marocchina e' stato imposto l'obbligo di firma. Per i tre l'accusa e' di intermediazione in corruzione. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Reggio Emilia, coordinanti dal pm Giacomo Forte, hanno inoltre posto sotto sequestro preventivo la somma di 116.000 euro, ritenuta provento dell'attivita' illecita' della funzionaria arrestata.
L'indagine e' partita nel 2016 a seguito di alcune segnalazioni, ma la svolta e' arrivata grazie alle intercettazioni video raccolte dagli investigatori negli uffici della Prefettura. Fino ad ora sono circa 35 le pratiche di cittadinanza esaminate per le quali e' stata provata la corruzione.
L'indagine e' partita nel 2016 a seguito di alcune segnalazioni, ma la svolta e' arrivata grazie alle intercettazioni video raccolte dagli investigatori negli uffici della Prefettura. Fino ad ora sono circa 35 le pratiche di cittadinanza esaminate per le quali e' stata provata la corruzione.
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