Ha trascorso una notte in caserma a Riccione, in cella di sicurezza, a causa della propria intemperanza. Z.M., sammarinese di 23 anni, ieri sera intorno alle 21 è stato notato sfrecciare sul lungomare a bordo della propria auto, spaventando i passanti. Subito intercettato dai Carabinieri ha continuato la sua folle corsa a fari spenti per sottrarsi al controllo, ma dopo un breve inseguimento è stato costretto a fermarsi. E invece di accampare una scusa qualsiasi - come solitamente accade in questi casi - oppure semplicemente ammettere la propria colpa, ha reagito nel modo peggiore, cioè con calci e pugni contro uno dei militari. Poi, una volta in caserma, lungi dall'essersi calmato se l'è presa anche con l'altro Carabiniere intervenuto per il controllo, alzando nuovamente le mani e rivolgendogli ingiurie. Resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale, dunque, i reati contestati; e il provvedimento di fermo, disposto in attesa della convalida dell'arresto e del processo per direttissima. Nonostante l'evidente stato di alterazione si è però rifiutato di sottoporsi all'accertamento etilometrico. Nell'auto rinvenuto e confiscato, tra l'altro, un manganello metallico estensibile. Questa mattina, davanti al giudice Silvia Corinaldesi, il sammarinese difeso dall'Avvocato Milena Montemaggi del Foro di Rimini, ha infine patteggiato 10 mesi di reclusione più 800 euro di ammenda, pena sospesa.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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