Scoperta dalla Squadra mobile di Padova un'organizzazione che trafficava cani e gatti dall'Europa dell'Est, in particolare dall'Ungheria.
La Polizia di Stato ha completato 15 perquisizioni a Bologna, Mantova, Grosseto, Firenze e in altre città dell'Emilia Romagna, al termine delle quali risultano venti le persone indagate tra veterinari, autotrasportatori e trafficanti.
L'indagine è iniziata dopo che alcuni padovani avevano sporto denuncia a seguito di acquisti di cuccioli di cani da siti on-line, che poi si erano rivelati essere delle truffe.
La Polizia di Padova ha scoperto così un'associazione criminale internazionale impegnata nell'importazione illegale e a fine di lucro di cuccioli di animali da compagnia. L'inchiesta, coordinata dal pm Benedetto Roberti, ha portato alla luce un vorticoso giro di denaro e di trasporto di cuccioli a cui venivano inflitti maltrattamenti durante i lunghi viaggi, senza rispettare le minime norme d'igiene e privi di documentazione sanitaria.
Spesso i cuccioli morivano di stenti, ma altre volte anche a causa di malattie congenite non diagnosticate. Una volta in Italia i criminali emettevano documenti falsi, con l'appoggio di veterinari compiacenti, volti a far figurare i poveri animali come allevati nel nostro Paese.
Gli indagati dovranno rispondere, oltre all'associazione per delinquere, anche a vari delitti in materia di falsificazione di documentazione, frode in commercio, truffa, maltrattamento di animali e traffico illecito di animali da compagnia.
La Polizia di Stato ha completato 15 perquisizioni a Bologna, Mantova, Grosseto, Firenze e in altre città dell'Emilia Romagna, al termine delle quali risultano venti le persone indagate tra veterinari, autotrasportatori e trafficanti.
L'indagine è iniziata dopo che alcuni padovani avevano sporto denuncia a seguito di acquisti di cuccioli di cani da siti on-line, che poi si erano rivelati essere delle truffe.
La Polizia di Padova ha scoperto così un'associazione criminale internazionale impegnata nell'importazione illegale e a fine di lucro di cuccioli di animali da compagnia. L'inchiesta, coordinata dal pm Benedetto Roberti, ha portato alla luce un vorticoso giro di denaro e di trasporto di cuccioli a cui venivano inflitti maltrattamenti durante i lunghi viaggi, senza rispettare le minime norme d'igiene e privi di documentazione sanitaria.
Spesso i cuccioli morivano di stenti, ma altre volte anche a causa di malattie congenite non diagnosticate. Una volta in Italia i criminali emettevano documenti falsi, con l'appoggio di veterinari compiacenti, volti a far figurare i poveri animali come allevati nel nostro Paese.
Gli indagati dovranno rispondere, oltre all'associazione per delinquere, anche a vari delitti in materia di falsificazione di documentazione, frode in commercio, truffa, maltrattamento di animali e traffico illecito di animali da compagnia.
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