"Ciccio Speranza" lo ha scritto Alberto Fumagalli imbastendone la regia con Ludovica D'Auria hanno messo in scena un copione su un ciccione che danza con una leggerezza tale da commuovere. La chiamano “commedia nera” all'italiana e parla anche i dialetti più retrogradi e tribali del centro-sud Italia contaminazione (sperimentazione linguistica) dallo spagnolo e dal marchigiano stretto. Il testo racconta di un figlio di contadini, grasso e grosso, destinato ai campi di cipolle e alla campagna, che nutre (fino a scoppiarne... nel cuore) la sua voglia di librarsi come una farfalla: il desiderio di volare. Un sogno impacciato. La forzatura di entrare in un tutù rosa per danzare (fragilità e disagio). Un padre violento (Sebastiano interpretato da Giacomo Bottoni) greve come “un tamburo di pelle di capra”. Dennis (Antonio Orlando), il fratello “spaccatutto”, così gretto che ucciderebbe per pasta, patate e cozze. Tutti dialogano a turno con mamma e moglie, la tirano in ballo... come in un carnevale triste senza festa. Lui, un ballerino non potrà esserlo mai perché le regole del mondo contadino, passato e lontano, lo costringeranno al suo destino ingombrante. Pane, erbe e fagioli, condizionano il carattere e il temperamento muoiono soffocati dalla terra grassa che lo sfama mettendolo a tacere.
fz