Reduce da un mese di dicembre particolarmente caldo, e ora archiviate le Feste, riparte l'attività sindacale. E già la Csu si interroga sulla stato dei propri rapporti con il Governo, guardando alla ripresa del dialogo su più fronti nei prossimi giorni. “Sarà confronto o scontro?” - si chiedono CSdL e CDLS, pronti a rilanciare la mobilitazione e la sensibilizzazione dei lavoratori, dei pensionati e dei cittadini in generale in assenza di risposte alle loro istanze. “Mentre il Governo pontifica le sue gesta presenti, passate e future, - lamentano infatti - restano irrisolti tutti i temi dello sciopero generale”: dalla lotta all'evasione fiscale definita dalla Centrale Sindacale Unitaria del tutto insufficiente perché ad oggi priva delle necessarie azioni di accertamento di tutti i redditi, al taglio di 30 milioni al Fondo pensioni, fino alla mancanza di chiarezza sul debito pubblico portato a quota 888 milioni di euro. Nel frattempo non è passata inosservata neppure l'intenzione dell'Esecutivo di adottare il reddito di cittadinanza o “reddito di reinserimento”, che se andasse in porto – ricordano - “andrebbe a cancellare istituti come il certificato di credito sociale e il fondo straordinario di solidarietà”. Per la CSU, più che pensare al reddito di reinserimento, “sarebbe importante adottare provvedimenti e progetti che permettano ai tanti disoccupati sammarinesi e residenti di trovare lavoro”. Altro tema centrale, la contrattazione, in particolare il rinnovo del contratto del settore pubblico: “siamo disposti a farlo – concludono - ma non sotto il ricatto di un governo che ha già deciso un taglio degli stipendi pari a 2 milioni 600mila euro”. E sul caso Asset, infine, dopo le sentenze del Giudice Pasini, “il Governo – incalzano - non può pensare di cavarsela con laconiche dichiarazioni che scaricano tutte le responsabilità sulla sola Banca Centrale, ma deve riconoscere il proprio ruolo fondamentale in tutta la vicenda”.
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