Delle quattro manifestazioni d’interesse giunte in tribunale per salvare Puntoshop, una parrebbe cogliere in pieno i criteri fissati da curatori fallimentari e tribunale, ma anche dal governo, che mira anzitutto a non veder smembrata l’azienda di Serravalle e a salvare tutti e 60 i dipendenti, la maggior parte dei quali sono donne, dunque di difficile ricollocazione. Si tratta di una cordata milanese, che fa capo alla Modulor Real Estate srl, che opera nel settore immobiliare, e che si sarebbe resa disponibile a pagare anche le tredicesime non ricevute dai dipendenti nel periodo natalizio, oltre ad anticipare i 450mila euro che servono subito per salvare l’attività. L’incontro tra il giudice, i curatori e il procuratore speciale della cordata è già stato fissato al prossimo 10 gennaio. Ma su questa specifica manifestazione d’interesse c’è già chi ha sollevato le prime perplessità, nero su bianco, in particolare alcuni creditori che ancora non hanno avuto soddisfazione. Perplessità, ad esempio, sulla esatta provenienza dei nuovi imprenditori, per capire a quale società siano collegati. I creditori non vorrebbero veder ripetersi la storia di Omega, la vecchia proprietaria che ha dovuto dismettere tutte le attività collegate, dopo il fallimento.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
Riproduzione riservata ©