Con uno sciopero bianco, tornano a protestare i dipendenti di Rimini Fiera. La trattativa per il rinnovo del contratto integrativo aziendale è finita in un cul de sac e così, lunedì prossimo andranno a lavorare ma devolveranno lo stipendio a Telefono Rosa per stigmatizzare un "modello di gestione individuale e patronale". Come spiegano i segretari provinciali di Cgil e Cisl, I' iniziativa segue lo sciopero di mezza giornata dello scorso 1 giugno e "se l''azienda non cambia atteggiamento", a settembre si incroceranno di nuovo le braccia. Sul tavolo della trattativa c'è l'ipotesi di piattaforma per il rinnovo del contratto integrativo proposto dai due sindacati: 14 punti per avviare un "percorso di armonizzazione", dato che allo stato attuale i 150 dipendenti hanno trattamenti economici e normativi diversi. Rimini Fiera replica dicendosi preoccupata per la disomogeneità di trattamenti economici e normativi che i diversi contratti hanno causato tra i propri lavoratori. Per questo, sottolinea, si è fatta promotrice di iniziative volte ad una maggiore equità, investendo risorse economiche e normative a vantaggio, in particolare, dei lavoratori che godono di trattamenti meno favorevoli purché, afferma, dalla restante parte dei lavoratori vi sia eguale attenzione a ridurre le disparità con la rinuncia ad alcuni privilegi: ad esempio l’azienda domanda a chi lavora 36 ore settimanali di lavorare 24 minuti in più al giorno. E oggi, in cui si iniziano ad apprezzare i risultati delle strategie di consolidamento messe in atto negli anni difficili, Rimini Fiera è decisa a investire sul proprio capitale umano, a vantaggio di coloro che beneficiano di trattamenti di minor favore e non in modo indistinto anche sulle posizioni che godono di trattamenti ben al di sopra dei livelli di mercato.
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