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Crisi del gas, Germania riaccende il carbone e non spegne il nucleare

Il taglio del gas tramite il Nord Stream 1 ha fatto cambiare i piani di Berlino che ora riconsidera il no al nucleare

di Filippo Mariotti
17 ago 2022
Robert Habeck, ministro a Economia e Clima (Verdi)
Robert Habeck, ministro a Economia e Clima (Verdi)

"Questo modello è fallito e non tornerà mai più". Nei giorni scorsi il ministro tedesco a Economia e Clima, Robert Habeck, ha fatto il punto sulla questione energetica interna e sulla nuova "Gasumlage", il supplemento in bolletta sul gas che i tedeschi troveranno da questo autunno: 2,419 centesimi di euro netti in più per kilowattora. In pratica una famiglia di quattro persone che consuma 20.000 kilowattora annui dovrà ora affrontare un aumento di circa 480 euro all'anno. La Germania ha inoltre chiesto alla Commissione Ue di poter esentare il supplemento gas dall'Iva.

Un balzello che permetterà alle aziende di scaricare sui consumatori gli alti costi d'acquisto del gas. Una "medicina amara", l'ha definito il ministro, ma necessaria per non far fallire le aziende energetiche tedesche e per garantire l'approvvigionamento in Germania. Il sovrapprezzo, è stato detto in conferenza stampa, serve anche a uscire da una situazione in cui la Germania dipendeva dal gas russo a basso costo e, quindi, dal presidente Vladimir Putin "che non rispetta il diritto internazionale e per cui la democrazia liberale e i suoi valori sono nemici dichiarati". "L'alternativa al sovrapprezzo sul gas non era non applicarlo, ma sarebbe stato il crollo del mercato energetico tedesco e quindi anche di ampie parti del mercato energetico europeo", ha dichiarato Habeck.

Intanto, sempre per far fronte al taglio del gas russo tramite il Nord Stream 1, la Germania ha deciso di far ripartire tre impianti a lignite che andranno ad aggiungersi ai 20 gigawatt di carbone già in funzione. E, stando a quanto riporta il Wall Street Journal che cita “tre alti funzionari governativi”, pare che Berlino si appresti a fare marcia indietro sulla denuclearizzazione con un’estensione, seppur temporanea, della vita delle tre centrali nucleari ancora in funzione. Questi, secondi i piani stabiliti - su spinta dei Verdi dello stesso Habeck -, sarebbe state spente a fine 2022. E secondo alcuni sondaggi, tre quarti dei tedeschi oggi tifano per prolungarne la vita.





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