"Gli ucraini hanno spinto i negoziati in un vicolo cieco. Sono loro che hanno creato difficoltà e l'operazione andrà avanti finché non ci saranno negoziati accettabili”. Putin, in visita al cosmodromo di Vostochny, dove ha incontrato anche il fido presidente bielorusso Lukashenko, oggi è tornato a parlare pubblicamente, dando la colpa a Kiev e all'occidente per ciò che sta accadendo in Ucraina. Ha definito “fake” i massacri, come quello di Bucha, e affermato che il principale obiettivo, di quella che chiama operazione militare speciale, è aiutare le persone nel Donbass perché le autorità di Kiev, incoraggiate dall'occidente, si rifiutavano di attuare gli accordi di Minsk. "La Russia non si chiuderà, è impossibile isolarla e - ha detto inoltre Putin – siamo pronti a cooperare con tutti i partner che lo desiderano".
Tutto questo mentre dalle zone prima invase e poi abbandonate dai russi, come la devastata Borodyanka, continuano ad arrivare reportage di media occidentali che documentano eccidi, violenze e torture, “anche su minori” ha riferito Zelensky, oggi in collegamento con i parlamenti di Lituania e Lettonia.
Il Presidente ucraino ha detto che fino a quando non ci sarà lo stop dell'Europa al gas russo, Putin non si fermerà. Chieste altre armi gli alleati: "Chi non ci aiuta – ha affermato - si assume la responsabilità dei morti ucraini". Intanto il capo negoziatore ucraino ha fatto sapere che i negoziati con la Russia sono "estremamente difficili" ma continuano "online nei sottogruppi di lavoro". Fonti ucraine riferiscono dell'uso di armi al fosforo da parte dei russi a Mariupol dove la resistenza è ormai allo stremo e anche in un villaggio della regione di Zaporizhzhia.