Dettava l'imperativo di un cessate il fuoco immediato per proteggere i civili di tutte le parti, consentire la consegna di assistenza essenziale e alleviare la sofferenza umanitaria.
In Consiglio di Sicurezza, Russia e Cina bloccano con il veto la risoluzione USA – 11 voti a favore, 3 contrari (con il no anche dell'Algeria). Per l'ambasciatrice USA alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, “due ragioni profondamente ciniche dietro il veto: Russia e Cina non vogliono condannare Hamas per gli attacchi del 7 ottobre e non vogliono veder adottato un testo degli Stati Uniti. Non faranno nulla – dice - per una pace duratura o per gli aiuti umanitari”. Se per la Cina il testo sulla tregua era ambiguo, l'ambasciatore russo all'ONU Vassily Nebenzia parla di una risoluzione che avrebbe dato ad Israele semaforo verde per l'attacco a Rafah, “votarlo – dice – significava coprirsi di vergogna”.
Duro il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken: “Veto inimmaginabile, ma andiamo avanti, abbiamo il sostegno di molti Paesi sul cessate il fuoco e sulla liberazione degli ostaggi” - dice, lasciando Israele e proprio di questo parla al termine dei colloqui di Tel Aviv: “I negoziati per lo scambio dei prigionieri e una tregua a Gaza 'stanno andando avanti, attendiamo progressi nelle prossime ore”. Mentre è fermo il premier israeliano Benjamin Nethanyahu: “non c'è modo di sconfiggere Hamas senza andare a Rafah ed eliminare il resto dei battaglioni. Spero lo faremo con il sostegno degli Stati Uniti, ma se sarà necessario lo faremo da soli'. Intanto Spagna, Irlanda, Malta e Slovenia si dicono 'pronti a riconoscere lo Stato palestinese'.