Da domani i porti italiani saranno off limits per le navi russe e il divieto varrà anche per le imbarcazioni che hanno cambiato bandiera dopo il 24 febbraio. La misura è contenuta in una circolare del Comando generale delle Capitanerie di Porto che recepisce la direttiva dell'Unione europea dell'8 aprile scorso con la quale sono state introdotte le ulteriori sanzioni nei confronti della Russia. Le navi che si trovano attualmente nei porti italiani, dice la circolare, dovranno lasciarli subito dopo "il completamento delle proprie attività commerciali".
"La situazione a Mariupol è difficile e dura. I combattimenti sono in corso anche questa mattina". Lo ha detto il portavoce del ministero della difesa ucraino Oleksandr Motuzyanyk. Bombardamenti a Mykolaiv, Charkiv, Derhachi, Balakliia e Zolochiv. A Kiev è stata colpita una fabbrica di carri armati. L'amministrazione militare esorta i residenti a non tornare a casa. A Lugansk l'amministrazione locale accusa i russi di sparare sui civili ed esorta i residenti a evacuare. Aperti nove corridoi umanitari per la popolazione civile, anche a Mariupol dove però la pioggia ha bloccato gli autobus e i residenti sono stati esortati ad utilizzare mezzi propri. L'uomo più ricco dell'Ucraina Rinat Akhmetov annuncia che ricostruirà la città di Mariupol, riportano i media internazionali.
Mosca vieta l'ingresso del premier britannico Boris Johnson in Russia. L'interdizione riguarda anche molti altri alti funzionari britannici, dopo le sanzioni imposte dal Regno Unito e "in risposta alla sfrenata campagna informativa e politica di Londra volta a isolare la Russia a livello internazionale". Fra le altre azioni intraprese dalla Gran Bretagna, secondo quanto riferito dal Times, ci sarebbe stato anche l'invio di forze speciali a Kiev per per addestrare i militari ucraini. Il presidente ucraino Zelensky è tornato a chiedere aiuti militari all'Occidente: "Più ne avremo e prima tornerà la pace". Dagli Usa il timore che Kiev resti a corto di munizioni.
Il rafforzamento delle relazioni bilaterali tra Russia e Arabia Saudita, due paesi leader dell'Opec+, è stato confermato oggi da una conversazione telefonica tra il presidente Putin e il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman. Lo riferisce l'agenzia Interfax citando il servizio stampa del Cremlino. Gli Stati arabi maggiori produttori di greggio fanno parte del fronte di Paesi che non hanno aderito alle sanzioni contro la Russia.