Nessun passo in avanti nelle trattative per un accordo Israele Hamas sul rilascio di ostaggi in cambio di una tregua temporanea. "Le informazioni di progressi nei negoziati e di una svolta – afferma una fonte israeliana riferendosi con tutta probabilità a media internazionali che parlano di una tregua di 30 giorni - non sono corrette e restano ancora molte distanze". "È tutto molto complicato e c'è un continuo inasprimento delle posizioni di Hamas. Nessuno – affermano da Israele - deve essere ingannato, ci vorrà molto tempo".
Altri rumors parlano di un accordo di principio tra Israele e Hamas, ma l'intesa è ancora da perfezionare viste le differenze su come arrivare ad una fine della guerra nella Striscia. Oggi in Israele il Ministro degli Esteri britannico David Cameron incontrerà il premier Benjamin Netanyahu che proprio riguardo ad una possibile fine del conflitto commenta: “Questa è una guerra per la casa. Si concluderà solo dopo che avremo respinto l'aggressione e la malvagità dei nuovi nazisti. Gli obiettivi della guerra restano gli stessi – aggiunge - demolire il regime di Hamas, riportare indietro tutti gli ostaggi e garantire che Gaza non rappresenti mai più una minaccia per Israele”.
Nella Striscia intanto segnalate due manifestazioni di protesta contro Hamas: a Rafah i dimostranti hanno invocato l'abbattimento del regime denunciando che i suoi membri si comportano come “pescecani di guerra”, appropriandosi di aiuti umanitari per rivenderli poi a prezzi maggiorati alla popolazione.