Dopo il raid su Damasco cambiano gli equilibri nell'esercito israeliano. Rinviata ufficialmente la smobilitazione delle unità combattenti. Decisione, riferisce il quotidiano Haaretz, dovuta a una valutazione della situazione in atto. La difesa aerea dello stato ebraico infatti è in massima allerta per un possibile attacco iraniano. Secondo l'intelligence di Israele, Teheran è determinata a rispondere all'uccisione del comandante delle Guardie Rivoluzionarie: tra le ipotesi un attacco con droni o missili da crociera. Possibili però anche intensi attacchi da Libano o Siria attraverso Hezbollah o milizia sciite. Non esclusi possibili attentati alle ambasciate israeliane all'estero.
Israele si trova anche a dover affrontare una spaccatura interna al Governo. Ieri sera infatti lo strappo del ministro della Guerra Gantz che, per la prima volta, chiede elezioni anticipate a settembre e assesta così un colpo al primo ministro Netanyahu assediato dalle proteste della piazza. Per Netanyahu inoltre anche una dura presa di posizione del presidente americano Joe Biden, indignato e addolorato per il raid che ha ucciso 7 operatori umanitari dell'ong Usa World Center Kitchen. Le forze di difesa israeliane ribadiscono: “Un errore che non doveva capitare”.