Al termine della Via Crucis, Papa Francesco elenca "le croci del mondo di oggi”: dalle porte chiuse ai migranti "a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici", ai “piccoli feriti nella loro innocenza e nella loro purezza", ma anche una Chiesa divisa che soffre gli assalti che arrivano anche dall'interno. Il Pontefice ha portato davanti alla croce di Cristo anche gli anziani che vengono lasciati da soli “persino dai propri figli", le "famiglie spezzate dal tradimento", i consacrati che hanno perso la loro vocazione. E ancora le "nostre ipocrisie" di ogni giorno, le "nostre numerose promesse infrante". Una ripresa poi dell'enciclica Laudato si', nel giorno in cui tanti giovani sono scesi in piazza per richiamare l'attenzione sull'ambiente: la “nostra casa comune appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall'avidità e dal potere".
Il Papa ha pronunciato la sua preghiera al termine delle quattordici stazioni nel corso delle quali sono state scandite le meditazioni e le preghiere affidate a suor Eugenia Bonetti, una vita dedicata a strappare dalla schiavitù le ragazze vittime della tratta. E nella concretezza di chi tutti i giorni lavora per lenire le sofferenze di chi sta sulla strada, nelle preghiere è risuonato l'appello a pregare contro i tanti "muri" e "barriere", si è parlato delle bambine costrette a prostituirsi, della vita di degrado nelle baracche di periferia; si è pregato per i migranti che attraversano disperati il Mediterraneo diventato una "tomba d'acqua". A portare la croce alcune religiose che si occupano delle persone sfruttate, dalle missionarie della Consolata alle Canossiane, dalla Casa di Rut di Caserta alle Pallottine. Tra i cruciferi c'erano anche un frate dalla Terra Santa, un religioso dalla Siria, l'Unitalsi, alcune famiglie. Una Via Crucis per gli ultimi: "è la vostra festa" ha detto padre Raniero Cantalamessa nell'omelia del pomeriggio nella basilica vaticana.