E' stata aperta un'inchiesta a Mosca sull'attentato in cui ha perso la vita la giornalista e analista politica russa Darya Dugina: figlia 30enne dell'ideologo di Putin, Aleksandr Dugin, saltata in aria stanotte su un'auto dove doveva essere anche il padre.
Diversi dirigenti filo-Cremlino – come il leader dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, Denis Pushilin - stanno accusando Kiev di aver commissionato l'omicidio. Kiev che però nega ogni addebito: "L'Ucraina non ha nulla a che fare con quanto accaduto – dichiara Mykhailo Podolyak, principale consigliere di Zelensky, "non siamo uno stato criminale, a differenza della Russia, né tanto meno terrorista".
"Se la pista ucraina fosse confermata dalle autorità competenti – incalza invece la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova sul suo canale Telegram - allora avremo la certezza della politica del terrorismo di Stato messa in atto dal regime ucraino".
Darya Dugina era una sostenitrice dell'invasione dell'Ucraina ed era stata anche sanzionata dagli Stati Uniti e dal Regno Unito per aver diffuso disinformazione sulla guerra. Anche Aleksandr Dugin è stato sanzionato, nel 2015, dopo l'invasione della Crimea, di cui è uno dei teorici.
L'attentato al momento resta avvolto nel mistero. C'è chi preconizza un messaggio a Vladimir Putin, ma si rincorrono anche altre teorie.
Le autorità di Kiev hanno deciso intanto di vietare ogni assembramento pubblico per tre giorni, a partire da domani e fino al 25 agosto. L'allarme è alto per le celebrazioni della festa dell'Indipendenza, dopo che il presidente Volodymyr Zelensky ha messo in guardia dal rischio che la Russia possa compiere azioni "terribili" in quei giorni.