Aumenta la pressione su Israele per la guerra a Gaza, dopo l'adozione, da parte del Consiglio per i diritti umani Onu, della risoluzione che chiede che il Paese sia ritenuto responsabile di eventuali crimini di guerra e crimini contro l'umanità. 28 i favorevoli, 13 gli astenuti e sei gli Stati contrari.
Nel testo si chiede anche il divieto di armi a Israele. Tensioni prima del voto, Germania e Bulgaria avevano annunciato contrarietà perché la risoluzione non condannava esplicitamente Hamas, anche se condannava il lancio di razzi su Israele da Gaza e chiedeva il rilascio degli ostaggi. Astensione dalla Francia. Voto non vincolante, ma si tratta di un segnale forte. Subito la reazione dello Stato ebraico, a partire dall'abbandono della plenaria da parte del suo Ambasciatore. “Una risoluzione anti-israeliana che non menziona Hamas né i suoi crimini del 7 ottobre”, la definisce il Ministero degli Esteri. Per il dicastero, si equiparano gli ostaggi “a detenuti sospettati di attività terroristica”. Inoltre, “va contro il diritto di Israele di difendersi” e prevede un embargo sulle armi “mentre ignora la fornitura di armi a Hamas”.
Altro fronte caldo: quello con l'Iran. Secondo il leader degli Hezbollah libanesi, Teheran risponderà all'attacco al consolato iraniano a Damasco. C'è poi la questione aiuti umanitari. La Germania invita lo Stato ebraico a impegnarsi. Proprio nelle scorse ore un primo passo avanti, con la riapertura del valico di Herez, a nord della Striscia.