Sulle Presidenziali in corso – prologo della scontata conferma di Putin per un terzo mandato consecutivo - lo stigma anche delle Nazioni Unite. “Inaccettabile”, ad avviso del Sottosegretario Generale per gli Affari Politici – Rosemary DiCarlo -, tenere elezioni nei territori ucraini occupati. Nel corso del Consiglio di Sicurezza di ieri, ha poi ricordato i cosiddetti referenda precedenti, parlando di un clima di coercizione.
Doppi standard, ad avviso del rappresentante russo al Palazzo di Vetro; che ha invece puntato il dito contro Kiev, biasimando la decisione di Zelensky di rinviare la prevista tornata interna nonostante il mandato in scadenza. Scelta sostanzialmente necessitata, in realtà; visto lo stato in cui si trova il Paese invaso e la legge marziale. Ma per Mosca è fondamentale in questa fase dare comunque una parvenza di legittimità al processo elettorale in corso; accusando ad esempio l'Occidente di aver cercato di boicottarlo con “agenti di influenza” tra le fila dell'Opposizione. Così oggi Zakharova; mentre i canali ufficiali parlavano di un'altissima affluenza nelle 4 oblast ucraine parzialmente sotto il controllo delle forze russe.
Rivendicati dall'intelligence di Kiev cyberattacchi al sistema di voto online; tutti “respinti”, è stato fatto sapere dall'altra parte. Ma il vero problema, per il Cremlino, in questo weekend, è piuttosto garantire la sicurezza di chi fisicamente si presenta alle urne. Denunciati bombardamenti sui seggi nel Kherson; e rischi altissimi anche nella regione russa di frontiera di Belgorod. Dove si susseguono tentativi di infiltrazione da parte di paramilitari, e piovono razzi e granate. Segnalata in queste ore l'uccisione di due civili; il governatore ha infine deciso di tenere chiusi centri commerciali e scuole. Senza compromessi, del resto, la guerra in corso; ennesima conferma l'attacco missilistico russo di ieri su Odessa: almeno 20 le vittime.