A gennaio la Svizzera ha dichiarato che avrebbe ospitato un vertice di pace su richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy e da allora ha tenuto colloqui con l'UE, gli Stati membri del G7 e paesi tra cui Cina e India. Oggi arriva l'ufficialità: il vertice, di due giorni, si terrà a giugno con l'obiettivo di raggiungere la pace in Ucraina. Difficile però che questo accada, soprattutto perché la Russia ha già confermato che non parteciperà. In ogni caso l'obiettivo della conferenza, sostiene il consiglio federale svizzero, è creare un quadro favorevole a una pace globale e duratura. Sul campo di battaglia proseguono i bombardamenti da entrambe le parti: nella notte esplosioni segnalate nelle regioni di Odessa, Mykolaiv e a Zaporizhzhia, dove preoccupa il rischio di possibili danneggiamenti alla centrale nucleare. I sistemi di difesa aerea di Mosca hanno eliminato cinque droni ucraini sulla regione di Bryansk.
In medio oriente il presidente americano Joe Biden esorta il governo israeliano ad accettare una tregua di almeno sei settimane: “Non ci sono scuse – dice - per non inviare aiuti umanitari nella Striscia”. Non sembra però vicino a questa linea il ministro della guerra di Israele Benny Gantz: “La nostra libertà di operazione a Gaza resta – afferma – siamo sulla via della vittoria e non ci fermeremo”.