Pare aver spiazzato un po' tutti la fuga in avanti di Macron sul sostegno a Kiev. Ieri sera – nel corso di un vertice della Conferenza dei Paesi alleati – il Presidente francese aveva insistito sulla necessità di fare in modo che la Russia non vinca la guerra; e fin qui si era nel campo delle considerazioni di prammatica. Così come quando ha rimarcato come si debba creare una coalizione per fornire missili e bombe a lunga gittata al Paese aggredito: tabù già infranto più volte, con l'inasprirsi di un confronto che alcuni analisti inquadrano nello schema del conflitto per procura. Senonché l'inquilino dell'Eliseo si è spinto decisamente oltre; sottolineando come in prospettiva non si possa più escludere l'invio di truppe di terra occidentali in zona di operazioni. Ovvero la linea rossa suprema. Ma stando al principio della finestra di Overton ciò che può apparire inconcepibile oggi potrebbe risultare inevitabile in seguito. E quanto dichiarato da Macron – che 2 anni fa paradossalmente appariva tra i leader più dialoganti con Mosca - ha comunque aperto un dibattito. Non vi è stato “assolutamente alcun accordo”, ha dichiarato il Presidente polacco Duda, presente al vertice di Parigi. Il Segretario Generale della NATO, Stoltenberg, si è limitato a sottolineare come non vi siano piani in tal senso. Più esplicito un funzionario della Casa Bianca, citato dalla Reuters; ha messo in chiaro come Washington non abbia intenzione di inviare soldati a combattere in Ucraina. A stretto giro, poi, l'inevitabile reazione del Cremlino; in un simile scenario – ha dichiarato il portavoce di Putin Peskov – un conflitto diretto tra Russia e NATO sarebbe inevitabile. Cartina di tornasole, la presa di posizione di Macron, del momento critico che stanno affrontando sul campo di battaglia le forze ucraine. Costrette a cedere ulteriori posizioni, nel Donbass, dopo la caduta di Avdiivka: caposaldo di una linea fortificata che aveva retto per anni. A pesare senza dubbio la carenza di munizioni: diretta conseguenza dello stallo al Congresso americano sul pacchetto di aiuti voluto da Biden. Zelensky punta il dito contro Trump: non riesco a capire – ha detto - “come possa essere dalla parte di Putin”; se lo sosterrà – ha aggiunto – sarà contro gli “interessi” statunitensi.