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Usa, Trump supera il test elettorale nonostante i guai con l'FBI. In ascesa anche Biden

La corrispondenza da Washington di Marco Liconti (LA PRESSE)

20 ago 2022

Washington - Donald Trump ha superato indenne il primo test elettorale, dopo la perquisizione dell'Fbi nella sua residenza di Mar-a-Lago. Sebbene annunciata, ma non nelle dimensioni catastrofiche in cui è avvenuta, la sconfitta nelle primarie del Wyoming di Liz Cheney, la voce più critica nei confronti dell'ex presidente all'interno del partito, ha confermato che Trump ha ancora una salda presa sull'elettorato repubblicano. Nonostante i gravi sospetti di spionaggio che gravano su di lui per avere conservato nella sua residenza in Florida materiale top secret riguardante la sicurezza nazionale, Trump ha guadagnato un ulteriore vantaggio sui potenziali sfidanti alla nomination repubblicana per le presidenziali del 2024. Secondo un sondaggio diffuso all'indomani della perquisizione, il 57 per cento degli elettori repubblicani si dicevano pronti a votare Trump nelle primarie del partito. Il mese prima, il dato era del 53 per cento.

Contemporaneamente, salgono anche i consensi per il presidente Joe Biden, dopo la recente scia di successi politici, economici e militari della sua Amministrazione. Fino a poche settimane fa, stando alle rilevazioni, gli elettori di entrambi i grandi partiti americani dicevano di preferire altri candidati per la Casa Bianca, rispetto a Trump e Biden. Se si dovesse votare domani, la sfida sarebbe probabilmente ancora una volta tra loro due. Nel mezzo, ci sono le elezioni di medio termine di novembre, nelle quali i Democratici puntano a rafforzare la loro fragile maggioranza al Congresso, mentre i Repubblicani sperano di ribaltare i rapporti di forza.

Una speranza, quella repubblicana, che rischia di scontrarsi con la realtà delle urne, come dimostra il campanello di allarme lanciato dal leader della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, che ha detto di temere la sconfitta. A suo giudizio, sul voto potrebbe pesare la proprio la scelta dei candidati del partito, ritenuti inadeguati, molti dei quali sostenuti proprio da Trump nel corso delle primarie. Il voto di novembre sarà quindi non solo uno scontro tra i due partiti, ma anche una resa dei conti interna ai Repubblicani, in vista del voto per la Casa Bianca del 2024. E tra gli sfidanti di Trump potrebbe esserci proprio Liz Cheney. Dopo la sconfitta in Wyoming, la figlia dell'ex vice presidente Dick ha detto chiaramente che non intende abbandonare la battaglia politica per liberare il Partito repubblicano dall'abbraccio asfissiante di Trump.

Da Washington, il corrispondente LA PRESSE Marco Liconti





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