Le immagini di oggi della marcia di migliaia di militari, guidati da Maduro, ribadiscono un fatto che era già apparso chiaro sabato, a poche ore da quello che molti avevano definito il “tentato golpe” di Guaidò. Le Forze Armate restano sostanzialmente leali al Governo chavista. E che la “spallata finale” dell'autoproclamato presidente, si fosse rivelata un fiasco, lo si era capito dalla mossa del leader anti-Maduro Leopoldo Lopez: rifugiatosi nell'Ambasciata spagnola, poche ore dopo essere stato fatto evadere dai domiciliari. A piede libero, invece, Guaidò: “toccarlo”, del resto, comporterebbe con ogni probabilità una dura reazione degli Stati Uniti, che tramite il loro Segretario di Stato, hanno peraltro già minacciato l'opzione militare. Si era anche parlato di una fuga a Cuba già predisposta, sabato, da Maduro. “Poi – ha aggiunto Pompeo – è stato fermato dai Russi”. Ricostruzione dei fatti non supportata da prove, e negata decisamente da Mosca, che ha giudicato l'azione di Washington “una violazione flagrante del diritto internazionale”. Resta alta, intanto, nel Paese, la tensione, con scontri per le strade tra oppositori – anche armati – e forze governative. Queste ultime sono state accusate dell'uccisione di 4 persone; tra le quali una 27enne e due adolescenti; ma è praticamente impossibile verificare in modo indipendente le notizie.
Venezuela: si accendono i toni tra Washington e Mosca dopo il tentato "strappo" di Guaidò
Nel frattempo sarebbe salito ulteriormente il bilancio delle vittime degli scontri
2 mag 2019
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