Alle amministrative è boom di Beppe Grillo, tiene il Pd, cala l’Udc e crolla il Pdl, che con La Russa deve fare “mea culpa” sui propri candidati. Pesa l’astensionismo in crescita, e secondo alcuni sondaggi il consenso della maggioranza di Monti arriverebbe a poco più del 51%: molto meno rispetto a quella attuale in Parlamento. I grillini del movimento 5 stelle escono dalle urne come i veri vincitori: confermano il loro trend positivo sulla scia dell’antipolitica e vanno ai ballottaggi in diverse città tra cui Parma. Tutto sommato, malgrado gli scandali delle ultime settimane sulla famiglia di Bossi, la Lega tiene. A Verona il maroniano Tosi vince al primo turno e resta sindaco. E a Palermo, dove il Pdl è praticamente sparito pur avendo governato per dieci anni la città, Leoluca Orlando dell’Italia dei Valori va al ballottaggio con un notevole vantaggio sul candidato del Pd.
Nel Pdl l’aria è pesante, da resa dei conti. Cresce la schiera di chi vorrebbe staccare la spina a Monti, anche se da Mosca Berlusconi frena: “Lo sosteniamo in modo convinto ma gli chiediamo di non costringerci a votare misure che non siano condivise”, ribadisce il Cavaliere, smentendo le voci secondo cui starebbe “scaricando” Alfano. Il vento dell’antipolitica soffia forte, e i partiti provano a correre ai ripari: il testo base della legge sulla loro trasparenza ora prevede un taglio di un terzo dei rimborsi elettorali. E dal viceministro dell’Economia Grilli arriva una doccia fredda per chi sperava nella spending review del governo. I risparmi degli sprechi basteranno solo per “rimandare” l'aumento dell'Iva, che però non è scongiurato.
Da Roma Francesco Bongarrà
Nel Pdl l’aria è pesante, da resa dei conti. Cresce la schiera di chi vorrebbe staccare la spina a Monti, anche se da Mosca Berlusconi frena: “Lo sosteniamo in modo convinto ma gli chiediamo di non costringerci a votare misure che non siano condivise”, ribadisce il Cavaliere, smentendo le voci secondo cui starebbe “scaricando” Alfano. Il vento dell’antipolitica soffia forte, e i partiti provano a correre ai ripari: il testo base della legge sulla loro trasparenza ora prevede un taglio di un terzo dei rimborsi elettorali. E dal viceministro dell’Economia Grilli arriva una doccia fredda per chi sperava nella spending review del governo. I risparmi degli sprechi basteranno solo per “rimandare” l'aumento dell'Iva, che però non è scongiurato.
Da Roma Francesco Bongarrà
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