L’assestamento di bilancio segna un deficit di 71 milioni di euro, rispetto ai 43 previsti. Ma, secondo Fiorenzo Stolfi in 2 anni il disavanzo sfiorerà i 200 milioni, a fronte di un bilancio dello Stato che non arriva a 800 milioni di euro. Da lui e da tutta l’opposizione, arrivano critiche di immobilismo al governo, accusato di andare avanti come se niente fosse. “Tremonti - ricorda il consigliere del Psd - ci ha chiesto di eliminare la criminalità, ridurre il numero di banche e finanziarie, nominare il presidente di Banca Centrale. E’ difficile dirgli che siamo d’accordo”, chiede? “Delle risposte vanno date - conclude - la vostra è una responsabilità lacerante”. Ma voci critiche si sono levate anche dalla maggioranza. Per Gabriele Gatti stare a guardare se succede qualcosa non è possibile. In tutti i Paesi del mondo di fronte alla crisi del settore finanziario e di quello immobiliare ci si preoccupa e si affrontano le situazioni. “Non avverto in quest’aula - sottolinea - la consapevolezza di quanto è grave la situazione. Bisogna cercare nuove entrate, dalla leva fiscale ai condoni, al settore energetico”. L’ex segretario alle Finanze invita il governo ad avere il coraggio di affrontare la situazione senza la paura di perdere qualche voto. Abbassare di due punti la monofase senza interventi nuovi, ad esempio sulla grande distribuzione, significa solo togliere risorse al bilancio. “Bisogna rivedere anche la questione giochi - dice - senza farci condizionare dalle paure di una politica vecchia e stantia”. Secondo Gatti se entro un mese non si assumono provvedimenti strutturali, sarà impossibile gestire il bilancio dello Stato. “E qui - rimarca - non è il fallimento del Patto ma dell’intero Paese. Le risposte esigono coraggio, capacità, tempestività. Ci vogliono gli attributi - conclude - per affrontare una situazione come questa”. Un intervento subito ripreso dal segretario del Psrs Simone Celli. “Questo - ha detto - è il riconoscimento di quanto è drammatica la situazione. Il governo non ha una politica economica adeguata alla crisi del Paese”. E sempre dalle fila della Dc, Francesco Mussoni, definisce approssimativa la gestione del bilancio dello Stato.
Sonia Tura
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