L'opposizione continua nella critica ad un bilancio “senza interventi di sviluppo”, e in contrasto – fa notare Oscar Mina - con gli incentivi per attrarre investimenti. Accusa poi Celli di incoerenza, ricordando quando metteva in guardia dagli effetti recessivi della patrimoniale. “Per i prossimi decenni – lo attacca Giovanna Cecchetti - ci troveremo indebitati per le sue scelte scellerate”. Rincara la dose Iro Belluzzi: “ci troviamo di fronte ad una legge di bilancio estremamente recessiva nata per recuperare danni che lo Stato si è accollato con politiche di ristrutturazione del sistema bancario”. Teme poi che sulla sanità si stia procedendo verso la privatizzazione. “Non possiamo negare che il problema di liquidità esista”, commenta il presidente di SSD Michele Muratori, che ribadisce l'importanza del pareggio “per riacquistare credibilità e reputazione” ma “giocoforza -aggiunge - serviranno interventi strutturali”. Grazia Zafferani punta il dito contro una spesa pubblica insostenibile e ringrazia il Governo per il regalo ai cittadini di 25 milioni di tasse in più. Nonostante il clima “da guerra civile”, Luca Santolini spera ancora nel dialogo e invita tutta la politica a “dimostrare al paese e al mondo che i sammarinesi sanno capire quando è ora di sotterrare ascia di guerra per affrontare il mostro che mette a rischio la nostra sovranità”. Invita ad identificare un pacchetto di temi cruciali, “facciamo che su quelli prevalgano dialogo e responsabilità”. Si sofferma anche sull'apertura di canali di finanziamento esterni: “fare un referendum contro – avverte - sarebbe mettere una pietra tombale definitiva”. Occorre invece rivolgersi a soggetti istituzionali “capaci di garantire tassi di interesse ragionevoli senza altre mire. “Cerchiamo di arrivare pronti all'appuntamento”. L'Fmi o qualsiasi altra organizzazione internazionale chiamata a supportare il bilancio – risponde Mussoni – non lo farà al buio ma in base ad un programma di riduzione della spesa e riforme che noi dovremmo già avere condiviso”. “Prima di procedere spediti verso soluzioni del genere – precisa Luca Boschi – bisogna pensare in maniera completa ad un progetto paese, a provvedimenti strutturali importanti e difficili che dovranno essere il più possibile condivisi. Saremo in una posizione di forza solo se ci presentiamo preparati”. Margherita Amici propone una lettura storica per capire la situazione in cui versiamo.
"Oggi subiamo ipoteche delle follie del passato". Zanotti risponde alle critiche. “Continuo a sentire parlare di lotta a sprechi e privilegi senza però che si entri nello specifico, forse per paura di esporsi. Noi lo abbiamo fatto: nei primi mesi dell'anno interverremo in primis sulla struttura della pa che non è più in linea con le disponibilità del bilancio. Lo faremo attraverso con accorpamenti e semplificazioni, propedeutici ad uno snellimento della burocrazia che mina lo sviluppo economico. Ci ispiriamo al modello dello sportello unico. Si tratterà di potenziare settori che ci diano possibilità di reperire risorse, per stabilire l'equità fiscale. È necessario che chi non ha contribuito in base alle proprie possibilità lo faccia. Dovremo rivedere il rapporto di lavoro pubblico che riguarda dipendenti e dirigenza. Ma non vogliamo – spiega – intervenire unilateralmente nella legge di bilancio. Serve dialogo e confronto con i sindacati. Chiede anche più coraggio rispetto alla patrimoniale: “cosa ne pensate? È uno strumento utile oppure no?”.
La maggioranza plaude il Governo per non aver toccato servizi essenziali come scuola e sanità, ma c'è anche chi come Pierluigi Zanotti di Repubblica Futura fa notare che il pareggio è sì vicino ma rimane sbilanciato e non sostenibile. Ci sono inoltre misure, come la patrimoniale, in antitesi con strategie di sviluppo e con potenziali conseguenze repressive in contrasto con la volontà del governo di attirare investitori esteri. Alcune questioni – rileva non sono state affrontate in 12 mesi come l'enorme peso della spesa corrente. Ma – aggiunge - sono stati 12 mesi terribili. C'erano tanti nodi che sono venuti al pettine". "Il 2018 – assicura Franco Santi - dovrà rappresentare l'anno della svolta e di grandi sfide, di riforme, come quella previdenziale. Serve patto sociale condiviso, il confronto è già avviato ma i dati ci impongono di trovare con celerità soluzioni percorribili, e dalle prime settimane di gennaio dovremo intensificare incontri e sforzi per coniugare sostenibilità economica con quella solidaristica. Per Mancini questa legge di bilancio è un semplice esercizio contabile condito da una serie di articoli che rimandano a decreti, una legge delega che dà pieno potere al Congresso di Stato. È un salto indietro, “ci troviamo nelle stesse condizioni del 2010”.
"Oggi subiamo ipoteche delle follie del passato". Zanotti risponde alle critiche. “Continuo a sentire parlare di lotta a sprechi e privilegi senza però che si entri nello specifico, forse per paura di esporsi. Noi lo abbiamo fatto: nei primi mesi dell'anno interverremo in primis sulla struttura della pa che non è più in linea con le disponibilità del bilancio. Lo faremo attraverso con accorpamenti e semplificazioni, propedeutici ad uno snellimento della burocrazia che mina lo sviluppo economico. Ci ispiriamo al modello dello sportello unico. Si tratterà di potenziare settori che ci diano possibilità di reperire risorse, per stabilire l'equità fiscale. È necessario che chi non ha contribuito in base alle proprie possibilità lo faccia. Dovremo rivedere il rapporto di lavoro pubblico che riguarda dipendenti e dirigenza. Ma non vogliamo – spiega – intervenire unilateralmente nella legge di bilancio. Serve dialogo e confronto con i sindacati. Chiede anche più coraggio rispetto alla patrimoniale: “cosa ne pensate? È uno strumento utile oppure no?”.
La maggioranza plaude il Governo per non aver toccato servizi essenziali come scuola e sanità, ma c'è anche chi come Pierluigi Zanotti di Repubblica Futura fa notare che il pareggio è sì vicino ma rimane sbilanciato e non sostenibile. Ci sono inoltre misure, come la patrimoniale, in antitesi con strategie di sviluppo e con potenziali conseguenze repressive in contrasto con la volontà del governo di attirare investitori esteri. Alcune questioni – rileva non sono state affrontate in 12 mesi come l'enorme peso della spesa corrente. Ma – aggiunge - sono stati 12 mesi terribili. C'erano tanti nodi che sono venuti al pettine". "Il 2018 – assicura Franco Santi - dovrà rappresentare l'anno della svolta e di grandi sfide, di riforme, come quella previdenziale. Serve patto sociale condiviso, il confronto è già avviato ma i dati ci impongono di trovare con celerità soluzioni percorribili, e dalle prime settimane di gennaio dovremo intensificare incontri e sforzi per coniugare sostenibilità economica con quella solidaristica. Per Mancini questa legge di bilancio è un semplice esercizio contabile condito da una serie di articoli che rimandano a decreti, una legge delega che dà pieno potere al Congresso di Stato. È un salto indietro, “ci troviamo nelle stesse condizioni del 2010”.
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