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Congresso PDCS: in attesa della nomina del Segretario di partito

24 feb 2007
Platea
Platea
Per l’ufficialità occorrerà attendere la mezzanotte di oggi, per conoscere con certezza i nomi di chi sarà candidato a guidare la Dc nei prossimi anni.
Le indiscrezioni però indicano già due papabili: Pasquale Valentini e Lorenzo Lonfernini. Il primo ha 54 anni, è preside della scuola media, già Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione per tre mandati; il secondo di anni ne ha 39 anni, ha avuto esperienza come segretario della sezione di Valdragone, direttore del San Marino, l’organo ufficiale del PDCS, per due legislature è stato membro di direzione.
La scelta sembra profilarsi su questi due nomi, anche se non si esclude la possibilità di arrivare ad una candidatura unica. Solo domani si vedrà chi sarà a spuntarla, su quale nome si troverà l’accordo, che cosa decideranno i delegati. Gianmarco Marcucci, indicato come probabile candidato, nel suo intervento indica nel rilancio dei valori la strada per rigenerarsi, aprendo – afferma – ai giovani. Nelle sue parole si intravede il ritratto del suo segretario ideale, e lo delinea smentendo con chiarezza le voci che riguardano la sua candidatura: non posso fare il segretario – dichiara – perché deve essere una persona più giovane di me ma soprattutto una persona che non ha avuto incarichi politici e di governo. Serve – aggiunge – una figura nuova capace di portare avanti la sfida del rinnovamento. Marcucci, come ieri sera aveva fatto Menicucci nel suo intervento, rivela alla platea di essere stato agganciato con la proposta di formare un’altra Dc ed entrare al governo. Adescamenti inutili – ha detto – perché chi nasce democristiano non si può allontanare dal partito. Il segretario aveva svelato l’avvicinamento di chi gli proponeva di creare una forza politica di sette,otto consiglieri che sostituisse Sinistra Unita nella coalizione di maggioranza. Proposte – ha detto – che non ho mai preso in considerazione.
Subito dopo è Pasquale Valentini a toccare l’argomento della sua candidatura. Mi è stato chiesto da tanti amici – dichiara – di dare il mio contributo in questo passaggio delicato del partito. Sono disponibile a farlo se questo serve. Se pensate a qualcuno che da solo sia in grado di controllare tutto, allora non sono io, serve invece chi possa far tornare questo partito il luogo in cui i sammarinesi possano riconoscersi, anche chi non è democristiano.
Valentini indica anche la linea politica, la strada da seguire, e cita l’inizio di un lavoro, avviato con il cosiddetto polo moderato. Non ci interessa – spiega – lo schema del centro destra o del centro sinistra, ma trovare delle intese sulle strategie politiche, costruire questo soggetto politico. Ad Alleanza Popolare pone una domanda: è più utile stare in coalizioni che vanno strette o trovarne di più affini? Le future coalizioni – afferma - devono essere qualcosa di omogeneo altrimenti saranno coalizioni preda dei ricatti a cui stiamo assistendo in questi giorni.
L’intervento di Lorenzo Lonfernini è previsto per domani, quando la platea ascolterà le sue posizioni e i suoi progetti.
Per quel che riguarda il dibattito c’è da rilevare che nei numerosi interventi sono stati ricorrenti i riferimenti ai cosiddetti autosospesi, in alcune relazioni si sono toccatele corde dell’emozione, come quella di Settimio Lonfernini che ha invocato i fondatori: dovreste essere qui - ha detto - per bacchettarci severamente, perché stiamo distruggendo con le nostre mani, con le nostre azioni, un partito che voi avete fondato nel 1948. Fermiamoci un attimo- ha esortato – facciamo un passo indietro, lasciamo perdere le diatribe, le differenze che non esistono, tendiamo una mano a chi fa più fatica a compiere un cammino insieme. E’ ora di finirla, ridiamo fiducia e speranza a questo partito.
E poco dopo, dallo stesso podio, è stato proprio il maestro Zaccaria Savoretti, classe 1920, primo segretario democristiano e firmatario del manifesto fondatore del 1948, che nonostante i suoi 87 anni ha saputo con personalità e con determinazione rivolgere un accorato appello all’unità, un deciso invito ad abbandonare sterili polemiche ed atteggiamenti che rischiano di far morire la democrazia cristiana. Dobbiamo essere – ha concluso - un partito dal viso deciso e pulito indicando a tutti quanti ci seguiranno la via dell’onestà e della rettitudine.
Lungo l’applauso della platea, che ha destinato una calda accoglienza anche a Gino Giovagnoli, uno dei firmatari del manifesto dei 21. Sono qui liberamente – ha detto – perché credo questa sia la sede per dire quello che penso. E lo ha detto senza reticenze: basta con le vendette personali, basta con i sospetti, con le denunce che colpiscono i nostri stessi aderenti, con i risentimenti personali, le ambizioni, la ricerca ad ogni costo della gestione del potere. Tutto questo – ha detto – ha minato la credibilità della democrazia cristiana e mille e settecento elettori ce l’hanno dimostrato togliendoci la loro fiducia alle ultime elezioni. Poi un invito a ricercare il dialogo, a non perdere gli autosospesi. Mettiamoci attorno ad un tavolo con la disponibilità a fare tutti un passo indietro.
In serata e domani gli interventi proseguiranno fino alla votazione per l’elezione del nuovo segretario, la direzione e gli organismi del PDCS, l’adozione della mozione conclusiva.

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