E’ un voto compatto quello che esce dal Consiglio Centrale della DC, arrivato in nottata dopo un lungo ed articolato dibattito. Tutti concordi sulla linea della segreteria ad esclusione di 10 componenti il parlamentino che hanno scelto di astenersi. Nessun voto contrario. Il PDCS conferma dunque la sua impostazione, a partire dall’ordine del giorno con il quale si sono chiamate a raccolta le forze responsabili, fino al voto estero, elemento di confronto serrato sul quale Alleanza Popolare ha dimostrato rigidità e che rischia di essere l’unico nodo nei colloqui fra i firmatari dell’ordine del giorno. Per la DC l’unica soluzione possibile è quella della divisione dei collegi, con uno per gli esteri e l’altro per gli interni. Gli elettori esteri voteranno due candidati per quel collegio e la rimanenza dei voti andranno alle liste. Questo – ha affermato il presidente Gasperoni – è per noi un passo avanti significativo, frutto di una grande mediazione. Gasperoni nel suo intervento ha evidenziato la positività degli incontri e la netta condivisione che emerge sui punti indicati. Quello che andrà a formarsi – ha dichiarato – deve essere un governo di svolta, uno spartiacque fra una stagione passata, non certamente positiva, ed una futura, che possa dare speranza alla nostra comunità. Poco importano i nomi da dare alle formule, che sia un governo di emergenza, di garanzia, a 4, a 5 o a 3, non importa. Ciò che conta è la sostanza, che si chiuda veramente con il passato e, dopo un periodo di transizione, possa iniziare un nuovo cammino nella trasparenza, nella certezza dei diritti, con norme nuove e più sicure prospettive per lo sviluppo della Repubblica. In tarda serata, un nuovo battibecco fra Gatti e Menicucci, come del resto già era accaduto in Consiglio Grande e Generale. Lo scontro soprattutto sul voto estero e sulla moralità di questo. Gatti nel suo intervento aveva chiesto a Menicucci di ritirare le affermazioni fatte in parlamento sulla moralità del voto estero. Secca le replica di Menicucci che ha ribadito come invece il problema del voto estero sia da affrontare e su questo – ha detto - l’unica strada è quella della mediazione, così come contenuto nella proposta elaborata dalla DC. Rivendico questo discorso di moralità – ha aggiunto - e dichiaro che sulla legge elettorale la moralità deve avere un forte peso. L’assemblea ha dimostrato di condividere. Lunga e approfondita la replica finale del capogruppo, Claudio Podeschi, al termine della quale è arrivato il voto di approvazione del parlamentino e quindi il mandato a proseguire negli incontri secondo l’impostazione data fin dal primo momento.
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