In apertura di lavori l'Aula rende omaggio alla memoria di Marino Bollini, membro del Consiglio dal 74 al 2001, per quattro volte salito alla Massima Magistratura. “Un esempio di sensibilità civile e di appassionato impegno” – lo ricorda la Reggenza - “protagonista indiscusso della vita politica, istituzionale e sociale del paese”.
Si apre quindi il comma comunicazioni con Libera che torna sulla vendita dei Titoli Demeter. Il capogruppo ricostruisce una vicenda “fra le più pesanti degli ultimi anni”, oggetto di denunce e feroce scontro politico. “ E' il momento giusto – dice – per fare piena luce dal punto di vista politico”. Libera, in attesa di risposte dal tribunale, vuole ristabilire la verità. “Il recupero delle somme – spiega Eva Guidi– nulla tolgono alla gravissima responsabilità sulla vicenda. Doveroso colpire chi ha operato direttamente ma anche chi ha tratto indebito vantaggio dall'operazione”. Presenta quindi un Ordine del Giorno per la convocazione di una Commissione Finanze con l'audizione di Banca Centrale. Libera chiede verità anche su Governo e CCR “tirati in ballo – dice - in modo strumentale”. “Non ci fu nessun avvallo all'operazione titoli” – ribadisce Guerrino Zanotti, ricordando esposti contro l'allora dirigenza di Banca Centrale, così come fatto dall'attuale governance di Via del Voltone “che – sottolinea Matteo Ciacci – abbiamo sempre difeso e tutelato”. Rivendica la lotta ai poteri forti con Francesco Mussoni che lo bacchetta: “non mi piace questo ritornello. Nulla ha a che vedere con la mala gestione di quel momento storico”.
Dalla maggioranza c'è chi coglie con favore la volontà di fare chiarezza su un'operazione riconosciuta da tutti illegittima. “ Un atto dovuto” - dice Emanuele Santi - “che poteva essere fatto molto prima. Lo abbiamo chiesto tante volte trovando un muro di omertà”. “Se c'è un odg – commenta Matteo Zeppa - significa che Libera è libera di toccare certi argomenti che non poteva fare quando era in maggioranza. E' mancato il coraggio a dire di no”. Tornano vecchie accuse ma non più in un clima di guerra. I toni sono “relativamente sereni nonostante le posizioni si confermino diverse”, fa notare Andrea Zafferani. Da una parte la difesa dell'operato di Adesso.sm, “che non nominò gli allori vertici di Bcsm e che anzi fece azioni mirate per rimuoverli dal ruolo” e dall'altra l'attuale maggioranza che torna su decreti e manleve. “ Quella operazione era fuorilegge – dice Alessandro Mancini - bisogna accertare chi l'ha fatta. Il tribunale sta indagando ma c'è anche una commissione d'inchiesta che spero verifichi responsabilità politiche”.
Si parla anche di prossimi incontri con organismi internazionali, con Nicola Renzi che invita l'Aula a preparare adeguatamente la visita imminente del Fondo Monetario. Propone una Commissione Finanze su linee di indirizzo e dossier che il governo vorrà affrontare, ribadendo la necessità di mostrare al Fondo un paese unito. “Il Governo – si chiede - avrà un atteggiamento di immediata chiusura sul programma di assistenza o vorrà aprire un dialogo? Perché in un caso come nell'altro ci saranno importanti conseguenze”. “Ha dell'incredibile – gli risponde il capogruppo di Noi per la Repubblica - che oggi si pongano tutta una serie di quesiti ad un esecutivo appena insediato dopo che noi, per mesi, abbiamo chiesto al governo le sue intenzioni nei confronti del Fondo”. Denise Bronzetti torna quindi a criticare la conduzione di una politica estera “che non faceva chiarezza sull'utilizzo di certi canali, fossero essi rivolti al Fondo o all'apertura di linee di credito con altri paesi”. Il Segretario Marco Gatti ritiene opportuna una Commissione Finanze – prima della visita del Fondo – in cui dibattere del debito. A breve scadono – ricorda – i 55 milioni di prestito da parte di Banca Centrale. “Mi aspettavo nelle consegne anche la soluzione su come restituirli. Siamo a ridosso ma la soluzione non c'è”. Nel programma un indirizzo chiaro: lavorare per la diversificazione del debito.