I lavori consiliari si sono chiusi con l' approvazione della legge che istituisce l'Ente poste della Repubblica di San Marino. Passato con 34 si; 7 no e 9 astenuti. Con qualche voto favorevole giunto dai banchi dell' opposizione. La votazione dell'articolato è stata tranquilla, le richieste di precisazione sono arrivate più che altro dal Partito dei Socialisti e Democratici.
Ampliamento dei servizi, efficienza, autogestione e risparmio. Si fonda su questi elementi la trasformazione delle Poste in Ente Autonomo, totalmente svincolato dal servizio postale italiano. E dal 2014 sarà pieno autosostentamento. Attualmente il disavanzo è di oltre 300mila euro, ma nel 2013, a fronte di investimenti per la dotazione tecnologica, si arriverà ad un accantonamento di almeno 500mila euro. Tra le voci di risparmio, 200mila euro deriveranno dal mancato rimpiazzo di chi andrà in pensione; altri 50mila si otterranno dalla rinuncia di alcune figure professionali; 164mila dall’autogestione e 167mila per le esternalizzazioni. Tra le spese, solo per fare un esempio, gli stipendi di cda e collegio sindacale incideranno per circa 50mila euro. Il risultato, in ogni caso, di una politica di rigore – dicono dalla Segreteria di Stato per il Lavoro - senza però creare disoccupazione. Servizi postali, ma non solo. E qui sta la novità: l’attività si allarga all’espletamento di pratiche finanziarie al pari di una banca, ma limitatamente alla raccolta del risparmio. Previste, tra le altre cose, l’erogazione di servizi di pagamento, l’emissione di moneta elettronica, incasso e trasferimento di fondi nell’ambito dei circuiti internazionali Eurogiro e Moneygram. Poste, inoltre, come service dello Stato: confermata l’attitudine dell’ente ad assumere esposizioni creditizie o finanziarie verso il settore pubblico e pubblico allargato. In altre parole, alle Poste si potranno effettuare i pagamenti di tutte le entrate dello Stato.
Silvia Pelliccioni
Ampliamento dei servizi, efficienza, autogestione e risparmio. Si fonda su questi elementi la trasformazione delle Poste in Ente Autonomo, totalmente svincolato dal servizio postale italiano. E dal 2014 sarà pieno autosostentamento. Attualmente il disavanzo è di oltre 300mila euro, ma nel 2013, a fronte di investimenti per la dotazione tecnologica, si arriverà ad un accantonamento di almeno 500mila euro. Tra le voci di risparmio, 200mila euro deriveranno dal mancato rimpiazzo di chi andrà in pensione; altri 50mila si otterranno dalla rinuncia di alcune figure professionali; 164mila dall’autogestione e 167mila per le esternalizzazioni. Tra le spese, solo per fare un esempio, gli stipendi di cda e collegio sindacale incideranno per circa 50mila euro. Il risultato, in ogni caso, di una politica di rigore – dicono dalla Segreteria di Stato per il Lavoro - senza però creare disoccupazione. Servizi postali, ma non solo. E qui sta la novità: l’attività si allarga all’espletamento di pratiche finanziarie al pari di una banca, ma limitatamente alla raccolta del risparmio. Previste, tra le altre cose, l’erogazione di servizi di pagamento, l’emissione di moneta elettronica, incasso e trasferimento di fondi nell’ambito dei circuiti internazionali Eurogiro e Moneygram. Poste, inoltre, come service dello Stato: confermata l’attitudine dell’ente ad assumere esposizioni creditizie o finanziarie verso il settore pubblico e pubblico allargato. In altre parole, alle Poste si potranno effettuare i pagamenti di tutte le entrate dello Stato.
Silvia Pelliccioni
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