Seconda riunione per il gruppo di lavoro chiamato a predisporre un progetto di normativa antisismica. Una necessità balzata prepotente dopo il terremoto di aprile in Abruzzo. “C’è stata una prima valutazione su come procedere –ha detto il segretario al territorio Venturini – se produrre una legge quadro o una normativa già completa”. Il gruppo sta mettendo a punto anche il livello di sismicità. Fino ad oggi la pubblica amministrazione si atteneva alla fascia due di rischio sismico, in considerazione del fatto che confiniamo con zone di questa classe, ed è probabile che venga confermata. Un gradino sotto la più pericolosa. Nel ’90 è stato fatto uno studio di vulnerabilità su 250 edifici e da quello - prosegue il coordinatore Stefano Gennari - si riparte per integrarlo con nuovi dati sull’ esistente. Restano infatti da monitorare vecchie costruzioni nei centri storici. La risposta era che a San Marino gli edifici hanno una bassa vulnerabilità. In ogni caso negli ultimi 15 anni lo stato, pur senza obbligo, ha realizzato opere pubbliche con normative antisismiche. Si parte dunque da una buona base, anche in considerazione del fatto che i geologi del titano hanno subito fatto chiarezza: anche il nostro territorio è a rischio sismico. Sia la presenza del materasso di argille nella fascia pedemontana, sia la cavità del Monte Titano, per ciò che concerne la parte sommitale non sono a bassa sismicità”. La magnitudo massima attesa in quest’ area è di 5.6 – 6,2 gradi scala Richter. Quella più devastante in Abruzzo era stata del 5.8.
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