19.50 - Il leader di Nea Democratia, Antonis Samaras, ha rimesso questa sera il mandato di formare il governo conferitogli stamani dal presidente della Repubblica ellenica Karolos Papoulias, perché non è riuscito a formare una coalizione di governo. Lo hanno riferito radio di Atene. (ANSA)
15.15 - Oggi ad Atene incarico difficilissimo per Saramas che ha iniziato le consultazioni per formare il nuovo esecutivo. Il presidente Papoulias ha dato infatti l'incarico al leader dei conservatori di Nuova Democrazia (centrodestra), primo partito con il 18,9% che ha diritto al premio di maggioranza e dunque a 108 dei 300 seggi in Parlamento. Si punta su un "governo di salvezza nazionale" che mantenga la Grecia in Europa e prosegua con la politica di austerità, ma i numeri rendono difficile questa opzione. Il nodo è tutto qui. I partiti greci pro-austerità si sono risvegliati senza una maggioranza numerica in parlamento. Nea Dimokratia e Pasok, che hanno sostenuto il governo di Lucas Papademos, raggiungono, insieme, il 32,4%, contro il 77,4% ottenuto nel 2009. Gli elettori hanno punito i grandi partiti tradizionali, pro-austerità, rivolgendosi in gran numero alla sinistra radicale e all'estrema destra xenofoba e filo-nazista che entra trionfalmente in parlamento.
15.15 - Oggi ad Atene incarico difficilissimo per Saramas che ha iniziato le consultazioni per formare il nuovo esecutivo. Il presidente Papoulias ha dato infatti l'incarico al leader dei conservatori di Nuova Democrazia (centrodestra), primo partito con il 18,9% che ha diritto al premio di maggioranza e dunque a 108 dei 300 seggi in Parlamento. Si punta su un "governo di salvezza nazionale" che mantenga la Grecia in Europa e prosegua con la politica di austerità, ma i numeri rendono difficile questa opzione. Il nodo è tutto qui. I partiti greci pro-austerità si sono risvegliati senza una maggioranza numerica in parlamento. Nea Dimokratia e Pasok, che hanno sostenuto il governo di Lucas Papademos, raggiungono, insieme, il 32,4%, contro il 77,4% ottenuto nel 2009. Gli elettori hanno punito i grandi partiti tradizionali, pro-austerità, rivolgendosi in gran numero alla sinistra radicale e all'estrema destra xenofoba e filo-nazista che entra trionfalmente in parlamento.
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